ZTE torna all’attacco del mercato globale degli smartphone. Il produttore cinese ha appena terminato di affilare le armi e si accinge ad aggredire i suoi principali concorrenti, ossia i top 5 della classifica venditori: Samsung, Apple e tre aziende compatriote (Huawei, Oppo e Vivo). Le armi principali per questo assalto sono tre: due device e un’espansione territoriale.
I due apparecchi che serviranno a ZTE per recuperare il terreno perduto e sfidare la leadership del colosso sudcoreano Samsung sono il nuovo smartphone Android, denominato Axon 7 , e un visore per la realtà virtuale. Lo smartphone è un modello di punta – un flagship direbbero Oltreoceano – presentato sotto il nome Axon: un brand lanciato da ZTE lo scorso anno per svecchiare il marchio e dare in un certo senso un nuovo corso alla propria produzione, o meglio per introdurre una nuova linea di device di prestigio. Probabilmente qualche ricerca di mercato deve aver fatto emergere che da molti utenti ZTE è percepito come brand di smartphone economici.
L’Axon 7 segue a distanza di un anno circa l’Axon phone (quello senza un numero accanto). Che il nuovo sia uno smartphone premium lo si capisce non solo dall’aspetto molto ricercato – elegante, se volete – ma dal fatto che abbia caratteristiche di tutto rispetto anzi persino un passo avanti rispetto ai concorrenti. Stupisce la sua dotazione RAM da 6GB: quanti altri smartphone presenti sul mercato possono vantare una tale quantità di memoria di lavoro ? Per molti di noi nemmeno il PC che abbiamo sulla scrivania incorpora tanta RAM. Certo, in Cina sono già in commercio il Vivo XPlay5 Elite e il Vernee Apollo, altri due smartphone con 6GB di RAM, ma per gran parte dell’utenza fuori dal paese più popoloso del mondo questi due brand sono pressoché sconosciuti.
L’anno prossimo senza dubbio tutti i produttori avranno un modello di punta con RAM da 6GB, ma quest’anno c’è l’Axon 7. ZTE ora è un passo avanti, è riuscita ad arrivare a questo traguardo prima dei concorrenti e ben equipaggiata, il vantaggio competitivo in questi casi può essere notevole. Ma non finisce qui. Questa versione premium del dispositivo presenta anche altre caratteristiche delle meraviglie, come i 128GB di storage integrato e lo schermo in grado di riconoscere la pressione esercitata dalle dita dell’utente – qualcosa di molto simile al 3D Touch di Apple.
Lo schermo è ampio e di qualità: un AMOLED da 5,5 pollici di diagonale con bordi leggermente curvi (2.5D) e risoluzione quad-HD da 2560×1440, e per di più pare sia protetto dalla tecnologia Gorilla Glass nella sua quarta evoluzione e pronto per Daydream, la piattaforma di Google per la realtà virtuale . Come cuore pulsante ZTE ha scelto il meglio sul mercato al momento: il SoC Qualcomm Snapdragon 820 (4 core Kyro a 64-bit da 2,2GHz + GPU Adreno 530). La memoria di massa per dati e applicazioni si ferma a 64GB nel caso del modello base – quello con 4GB di RAM – comunque son sempre bei numeri, rispetto alla moltitudine di smartphone di fascia media che si attestano a 2GB di RAM e 16GB di storage. Per di più lo slot per schede microSD a bordo permette anche di espandere – eventualmente – la memoria a disposizione di altri 128GB.
Non male nemmeno le due fotocamere: quella posteriore vanta un sensore Samsung ISOCELL da 20 megapixel supportato da doppio flash al LED, sistema OIS (la stabilizzazione ottica dell’immagine), autofocus a rilevamento di fase e una lente con apertura focale f/1,8; è in grado di registrare video con risoluzione 4K a 30fps o fare slow motion a 240fps. La frontale invece si limita a 8 megapixel, che di questi tempi non è affatto male per una fotocamera da selfie. A garantire una lunga autonomia – o almeno si spera – ci penserà la batteria da 3.140mAh, dotata della tecnologia Quick Charge 3.0 di Qualcomm per la ricarica rapida.
Dicevamo dell’aspetto: case in metallo unibody, linee curve e ideazione in collaborazione con “Designworks”, lo studio di design della BMW. Sul fronte troviamo due speaker stereo: uno sopra lo schermo, uno sotto; la qualità audio è garantita da due chip AKM per il suono HiFi, da un DAC che converte a 24-bit/96kHz e dalla tecnologia Dolby Atmos. Sul bordo inferiore il produttore ci ha piazzato una porta USB Type C, lo standard per la connettività via cavo che si sta imponendo in questi ultimi mesi su tutti i device di fascia alta. Sul retro dell’apparecchio troviamo anche un sensore per il rilevamento delle impronte digitali: un classico ormai sui cellulari di prima fascia.
Ma perché quel “7” nel nome? Il nuovo Axon potrebbe essere la vera alternativa al Galaxy S7 di Samsung. Che si proponga come concorrente ad altri blasonati smartphone è chiarissimo, ancor più chiaro che voglia sfidarli a viso aperto e con un asso nella manica: il prezzo, decisamente più basso di altri flagship 2016. La versione base infatti sarà venduta a 450 dollari (circa 405 euro), mentre quella più equipaggiata sarà piazzata sul mercato a 640 dollari (circa 575 euro). In queste cifre pare sia anche inclusa una garanzia di due anni. Non è ancora chiaro quale sarà la data precisa in cui l’Axon 7 inizierà ad essere commercializzato, ma sappiamo che a venderlo per primi saranno il sito ufficiale Axon , Amazon, Best Buy, B&H, eBay e Newegg.
Come ogni flagship che si rispetti ormai, anche questo Axon 7 è stato lanciato in concomitanza con un visore per la realtà virtuale . Quello di ZTE – il primo di sempre per il marchio cinese – si chiama semplicemente ZTE VR ed è la seconda freccia per l’arco della nuova strategia. Come molti altri visori è un device vuoto, ossia non ha processore e memoria integrata: per funzionare dev’essere necessariamente collegato a uno smartphone. Molto simile al Samsung Gear VR, questo caschetto funziona solo quando si infila un Axon 7 nella sua parte frontale. Per il momento non sono stati rilasciati molti dettagli in merito: guardando la foto pubblicata da ZTE si intuisce la presenza di una rotella sulla parte superiore, che permetterebbe di mettere a fuoco le lenti, e di alcuni tasti funzione sulla parte destra della maschera. Tra questi forse anche un piccolo controller di tipo touchpad. Del tracciamento dei movimenti si occuperebbe un giroscopio a 9 assi integrato nel visore, tutto il resto del lavoro, come l’elaborazione dei dati e il rendering in tempo reale della grafica resterebbe appannaggio dello smartphone collegato.
E dunque arriviamo al terzo elemento della strategia di aggressione di ZTE. Entro il 2016 la società aprirà 23 nuovi negozi monomarca tra Cina, Europa e il Sud America : gran parte di essi sarà dislocata in patria, ma tre importanti punti vendita apriranno le porte in Russia, Germania e Messico. Una maggior presenza sul territorio, con negozi di proprietà, dovrebbe dare a ZTE la marcia in più che gli serve per recuperare terreno – almeno in linea teorica. Nella top ten globale di vendita smartphone ora è sesta, dietro a 5 agguerritissimi competitor, ma soli 3 anni fa le cose stavano in maniera diversa , le sue quote di mercato erano tutt’altro che irrilevanti: tornare dunque a quella situazione – anzi migliorarla – è di certo l’obiettivo numero uno che si è posto questo gruppo cinese. Dai 53 milioni di unità vendute nel 2015, vorrebbe arrivare quest’anno a quota 70 milioni: tutto sommato ora l’impresa non sembra affatto impossibile.
Nicola Bruno