In pochi giorni la campagna Stop Hate for Profit organizzata per bloccare gli investimenti pubblicitari destinati ai social network, in particolare a Facebook, ha raccolto un gran numero di adesioni ampliando il proprio raggio d’azione dagli Stati Uniti a tutto il mondo. Un’iniziativa di boicottaggio in piena regola che però non sembra preoccupare particolarmente Mark Zuckerberg.
Il CEO di FB sul boicottaggio dell’advertising
Lo testimonia una comunicazione rivolta dal CEO ai dipendenti del gruppo alla fine della scorsa settimana e resa pubblica oggi dalle pagine del sito The Information. Il numero uno della piattaforma è certo che gli inserzionisti torneranno presto a mettere mano al portafogli acquistando pubblicità senza provocare danni ingenti dal punto di vista economico. La sua attenzione è al momento rivolta più che altro alle conseguenze che la copertura mediatica può innescare a livello di reputazione e di partnership.
La mia previsione è che tutti gli inserzionisti torneranno abbastanza presto sulla piattaforma. Non cambieremo le nostre regole o il nostro approccio su nulla solo perché qualcosa minaccia una piccola percentuale dei nostri profitti e non lo faremmo nemmeno per una percentuale importante.
Tra i brand che hanno scelto di interrompere almeno temporaneamente gli investimenti in advertising su Facebook ci sono realtà del calibro di Coca-Cola, Unilever, Verizon, Starbucks, The North Face Honda, Levi Strauss, LEGO, Mozilla e SAP. Anche Microsoft ha preso una decisione simile, ma ben prima che la campagna prendesse piede.
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A Zuckerberg e ai suoi, così come agli altri social, viene chiesto di intervenire con maggiore decisione su hate speech, razzismo e contenuti problematici di altro tipo.