Milano – Chi ha qualche anno in più non potrà non ripensare ai mitici Nintendo Power Glove , controller in anticipo di 30 anni che tanto ha significato nell’immaginario di chi oggi si ritrova finalmente davvero ad avere a che fare con realtà virtuale e interfacce di nuova generazione. Finalmente si passa da immaginazione a realtà, come dimostra la visita di Mark Zuckerberg nei laboratori di Oculus : è lì che il CEO di Facebook, che Oculus l’ha acquisita, ha potuto provare alcuni dei prodotti sviluppati dalla sua azienda.
Mark è volato a Redmond (sì, la stessa Redmond dove ha sede Microsoft), e lì ha visitato i lab di Oculus e ha provato gli Oculus Glove : un guanto dotato di qualche tipo di sistema di cattura del movimento, probabilmente ottico a giudicare dalle immagini, e che lo stesso Zuckerberg spiega che può essere usato per “disegnare, scrivere su una tastiera virtuale, sparare ragnatele come Spider Man”. Di fatto è una vera e propria interfaccia naturale, che usa i movimenti delle dita combinati con le immagini proiettate nel visore Oculus Rift per generare una immersione completa nell’universo alternativo creato al computer.
Quello che conta è che Oculus stia lavorando a nuovi meccanismi di interazione con il proprio hardware: un visore da solo non basta, e i controller come gamepad e simili sono limitanti. Anche i guanti stessi sono di fatto una limitazione: per creare una vera interfaccia naturale si dovrebbe permettere agli utenti di poter semplicemente usare le proprie mani nell’ambiente virtuale/aumentato , ma probabilmente sarà necessario passare attraverso diversi stadi di evoluzione per giungere a quella che sarà la forma finale (almeno per le prime generazioni) del concetto stesso di ambiente virtuale generato al computer.
Ci sono molti segnali che della realtà virtuale, o aumentata, continueremo a sentir parlare molto a lungo. Lo dimostrano anche le parole di Tim Cook , CEO di Apple, che ha ribadito l’interesse della sua azienda per l’argomento: quello che era un sogno negli anni 80 e 90 del ventesimo secolo è diventato realtà, oggi, grazie alle capacità racchiuse negli smartphone. Dispositivi tascabili con dentro tutto quello che serve per creare e fruire di un certo tipo di contenuti: fotocamera, schermo ad alta risoluzione, potenza di calcolo e connettività da tenere in palmo di mano. Per ora Cook non si sbilancia, ma Apple lavora a questo tipo di tecnologia: il fatto stesso che ne parli costituisce un’implicita conferma che nel futuro della Mela ci sarà la realtà virtuale.
Luca Annunziata