Zuckerberg e Ek criticano le leggi UE su IA e privacy

Zuckerberg e Ek criticano le leggi UE su IA e privacy

I CEO di Meta e Spotify affermano che le leggi europee sono frammentate e ostacolano l'innovazione, quindi dovrebbero essere semplificate.
Zuckerberg e Ek criticano le leggi UE su IA e privacy
I CEO di Meta e Spotify affermano che le leggi europee sono frammentate e ostacolano l'innovazione, quindi dovrebbero essere semplificate.

Mark Zuckerberg (fondatore e CEO di Meta) e Daniel Ek (fondatore e CEO di Spotify) hanno pubblicato un comunicato congiunto per evidenziare le opportunità che l’Europa rischia di perdere a causa delle leggi sull’intelligenza artificiale e sulla privacy. Entrambi suggeriscono di introdurre regole più chiare.

Regolamentazione incoerente e complessa

Nel comunicato viene sottolineata l’importanza dell’intelligenza artificiale per la produttività umana, i progressi scientifici e l’impatto sull’economia. Per dare a tutti la possibilità di accedere alla tecnologia ed evitare che sia gestita da poche aziende è preferibile investire nei modelli IA open source (come Llama di Meta).

I due CEO affermano che sviluppatori e istituzioni potrebbero sfruttare questa opportunità, ma la struttura normativa europea frammentata e la sua implementazione incoerente ostacola l’innovazione. Senza cambiamenti urgenti, le aziende europee, gli accademici e altri rischiano di perdere la prossima ondata di investimenti tecnologici e le opportunità di crescita economica.

Le regole dell’AI Act per i modelli di IA general purpose verranno applicate dal 2 agosto 2025. Nel comunicato c’è invece un riferimento esplicito al GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati), la cui applicazione viene definita “non uniforme” perché i garanti della privacy creano “ritardi e incertezza e non sono in grado di concordare tra loro su come la legge dovrebbe essere applicata“.

Il lancio del nuovo modello di IA generativa per Meta AI sarebbe stato posticipato proprio a causa dell’incertezza normativa. In realtà, Meta vuole utilizzare i dati degli utenti senza chiedere un consenso esplicito, come ha evidenziato il noto avvocato Max Schrems.

Dal comunicato si deduce che Spotify vorrebbe usare la tecnologia IA di Meta per migliorare i suggerimenti personalizzati, ma non può farlo perché le regole europee non sono chiare. Secondo i due CEO, i legislatori europei dovrebbero semplificare le leggi, altrimenti aumenterà il gap rispetto a Stati Uniti e Asia, e i migliori talenti nel campo dell’IA andranno a lavorare all’estero.

Ovviamente il consiglio non è disinteressato. Tra l’altro, sia Meta che Spotify hanno manifestato il pieno supporto per il Digital Markets Act (DMA) e criticato il modo in cui il nemico comune Apple ha rispettato la legge. L’azienda di Cupertino ha invece dichiarato che le incertezze normative introdotte dal DMA impediscono il lancio di Apple Intelligence su iOS e iPadOS (forse sarà disponibile solo su macOS).

Fonte: Meta
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Pubblicato il
24 ago 2024
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