Con una community globale formata da oltre 2,5 miliardi di persone, quasi tutte (2,1 miliardi) impegnate quotidianamente a interagire con la piattaforma, Facebook si trova costantemente a dover fare i conti con la moderazione dei post condivisi. Un problema che il social network ha provato ad affrontare di petto, ricorrendo sia all’impiego dei sistemi di intelligenza artificiale sia a un team di addetti in carne e ossa.
Facebook: Zuckerberg sulla moderazione
Più volte si è parlato di come non sia un lavoro semplice: c’è chi ha lamentato una vera e propria sindrome da stress e traumi in seguito alla visione di immagini e filmati disturbanti, dalla natura perversa o violenta. Sul tema segnaliamo oggi un articolo pubblicato dal sito The Verge che ha raccolto due ore di conversazioni audio con protagonisti Mark Zuckerberg, alcuni suoi stretti collaboratori e i dipendenti della società, catturate in occasione di un meeting andato in scena nel mese di luglio.
Il numero uno di FB afferma che l’azienda è al lavoro per migliorare il sistema impiegato al fine di moderare i contenuti e conferma la volontà di offrire al personale il supporto necessario. Al tempo stesso, però, definisce “un po’ melodrammatici” i report della stampa, poiché “non tutti gli addetti guardano cose terribili per tutto il giorno”, riconoscendo al tempo stesso che “ci sono cose davvero brutte” con le quali avere a che fare.
Libra, Presidenziali USA e l’anti-TikTok
Nelle due ore di audio anche riferimenti al progetto legato alla criptovaluta Libra che ha attirato l’attenzione delle autorità un po’ da ogni parte del mondo (Zuckerberg conferma il dialogo con le istituzioni in forma privata), alla proposta avanzata dalla candidata democratica Elizabeth Warren per uno split del gruppo (“se verrà eletta Presidente dovremo fare i conti con una battaglia legale e scommetto che la vinceremo”) e alle richieste di udienze avanzate dai governi (“per me non ha alcun senso partecipare a udienze in ogni singolo paese che me lo chiede”).
C’è anche un accenno a Lasso, un’applicazione sviluppata con l’obiettivo di entrare in competizione con l’ormai onnipresente TikTok. L’iniziativa sembra essere destinata almeno in un primo momento ad alcuni paesi soltanto, a partire da Messico, dove il concorrente cinese non ha ancora preso piede.