Windows, accordo Microsoft-Viminale

Windows, accordo Microsoft-Viminale

Anche il ministero degli Interni firma con il big di Redmond il programma che consente di dare una sbirciatina al codice sorgente dei sistemi operativi Windows
Anche il ministero degli Interni firma con il big di Redmond il programma che consente di dare una sbirciatina al codice sorgente dei sistemi operativi Windows


Roma – Accedere al codice sorgente di un sistema operativo per verificarne la sicurezza e la rispondenza a standard che siano accettabili per il ministero degli Interni di un paese come l’Italia. Questo sulla carta il senso dell’accordo appena firmato dal Viminale con Microsoft per l’adesione all’ormai celebre Government Security Program (GSP).

Il Governo italiano, come si ricorderà, lo scorso settembre ha firmato la prima intesa con il big di Redmond a cui è seguito il protocollo sottoscritto anche dal ministero della Giustizia. L’adesione del ministero degli Interni viene vista come essenziale non solo perché fa un grande uso di Windows sui propri server e PC ma anche perché molti dei propri uffici rivestono un carattere di estremo rilievo per la sicurezza dei cittadini e l’ordine pubblico nonché per l’integrità e la riservatezza dei dati, sia quelli relativi agli italiani che quelli governativi di maggiore rilievo.

Secondo Andrea Valboni di Microsoft Italia “la trasparenza e la possibilità di accedere ad informazioni tecniche sono un requisito per molti Governi” e il programma “fornisce un modo strutturato per consentire un’interazione stretta fra Microsoft e il Ministero su tutti gli aspetti tecnici essenziali per mantenere l’integrità delle parti più delicate dell’infrastruttura informatica”.

Si parla dunque esplicitamente di sicurezza che comprende da un lato l’operazione glasnost e dall’altra “il trasferimento del know-how per operare queste infrastrutture e garantirne il funzionamento corretto nelle svariate modalità di utilizzo”.

La vede così anche il prefetto Mario Ciclosi , direttore centrale dei Servizi territoriali del Ministero, secondo cui l’intesa mira a garantire “la piena funzionalità e affidabilità delle applicazioni critiche sia nelle strutture centrali che periferiche” e quindi a proteggere l’infrastruttura.

Va detto che critiche a queste intese sono stati rivolte al Governo dalla Free Software Foundation Europe che già lo scorso settembre aveva dichiarato di sentirsi “profondamente offesa da questo inutile accordo, i cui termini sono segreti, tra un governo democratico e un’azienda a capitale extra-europeo colpevole di pratiche monopolistiche”. I contratti di non divulgazione che legheranno i tecnici che scrutineranno il codice di Windows non piacciono nemmeno all’ Associazione Software Libero secondo cui “con questi limiti è chiaro che non esiste materialmente la possibilità di condurre un’analisi attendibile e oggettiva sul sorgente. Azione che sarebbe possibile solo attraverso un’ispezione pubblica, aprendo così a un bacino più ampio di tecnici lo studio del codice senza limitazioni”.

Sia come sia, il Government Security Program procede e già sono 38, ricorda Microsoft, gli enti governativi che nel mondo hanno aderito al progetto.

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Pubblicato il
2 feb 2005
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