Roma – Scrivo queste poche righe innanzitutto per ringraziare i lettori e quelli che, attraverso PI o via e-mail, hanno contribuito alla discussione che ha accompagnato l’articolo da me prodotto: L’evoluzione dei supporti mediatici . Tutto, dico tutto ciò che è emerso rende omaggio alla principale funzione del binomio scrittura-lettura: far pensare, riflettere e discutere. Cioé fare cultura. Ed io, che lavoro nel campo dell’IT sono rimasto sorpreso dalla possibilità di discussione interattiva a distanza offerta da Internet (che non avevo mai né usato né apprezzato).
E ora al dunque: dai vari contributi appare una chiara preferenza per la fisicità, la praticità e le emozioni che suscita la carta stampata nel leggerla e, aggiungo io, la carta “nuda” nello scrivere (questi appunti li ho scritti a matita su di una vecchia carta gialla). Voglio sottolineare che sono completamente d’accordo: amo i libri, li amerò sempre, sono parte di me, come qualcuno dei commentatori ha scritto.
Ho poi molto “sentito” i contributi di Gano sull’uso dei contenuti multimediali “…che per illustrare/presentare dettagliatamente qualcosa bisogna veramente conoscerla (cosa che invece con solo le parole può non essere necessario)…” e sull’upgrade delle informazioni nei testi multimediali “…perché un vantaggio possibile (indesiderato, ma in questo l’umanità è molto brava) è quello di rendere anche possibile la manipolazione del passato (e questo è un grosso potere)…”
Sul primo contributo aggiungo però, come spesso vediamo in televisione, che anche le immagini si possono manipolare per dire quello che si vuole. Sul secondo mi è venuto in mente “1984” di Orwell e sarà un grosso problema da affrontare.
Voglio poi sottolineare che nell’articolo non ho assolutamente parlato male della carta stampata: ho scritto del CD-ROM come suo “probabile” successore (tra virgolette) e come supporto competitivo.
Ho indicato quindi alcuni motivi e per lo più tecnici, sulla timida diffusione degli e-book e della difficoltà di utilizzare i CD-ROM multimediali, così come sono fatti, con i dispositivi disponibili che, alla fin fine si restringono ad uno solo: il computer. Questo, piccolo, grande e performante che sia, con schermo piatto o meno, indenne o meno alla variazione dell’angolo di incidenza della luce, etc., etc., etc., non mi sembra essere il dispositivo più adatto per usufruire pienamente dei contenuti del CD-ROM. Con pienamente intendo soprattutto “liberamente”, liberamente da una presa elettrica, da una tastiera, dal poterlo portare in spiaggia, al bagno, ovunque.
E questo insuccesso è dovuto, secondo me, alla mancanza di un dispositivo ad hoc, (e forse la “carta digitale” sarà una soluzione) che superi tutte le limitazioni degli attuali computer. Non sono sicuro se ci sarà mai un dispositivo di questo genere, ma se ci fosse sarei molto felice di accompagnare i miei cari libri con dei buoni CD-ROM.
Arrivederci e grazie ancora a tutti.