L'utente P2P compra online più di tutti

L'utente P2P compra online più di tutti

Lo dice un nuovo studio: l'heavy user delle reti di scambio è anche quello che ricorre più spesso e più volentieri ai jukebox legali. I ricercatori: le major cambino rotta
Lo dice un nuovo studio: l'heavy user delle reti di scambio è anche quello che ricorre più spesso e più volentieri ai jukebox legali. I ricercatori: le major cambino rotta


Roma – Se ne dibatte da lungo tempo in newsgroup e mailing list e ora è stato messo nero su bianco anche da un gruppo di ricercatori inglesi: chi compra di più dai nuovi jukebox online, sia film che musica, è anche colui che fa maggior uso dei sistemi di scambio peer-to-peer.

A confermare che la sensazione diffusa circa il mercato online sia qualcosa di più, addirittura un dato di fatto, sono quelli di The Leading Question , società di analisi guidata da Paul Brindley, nome noto all’industria musicale in quanto già consulente per le comunicazioni esterne della Music Publisher Association britannica.

I risultati degli analisti inglesi, basati su un sondaggio, indicano che chi utilizza le piattaforme di scambio arriva a spendere per il download di materiali legali decisamente più degli utenti che non fanno uso del P2P. In particolare, gli utenti del file sharing arriverebbero a tirar fuori quattro volte e mezzo più denaro per gli acquisti di contenuti online rispetto agli altri utenti (5,52 sterline al mese contro 1,27).

E non è finita qui. Poiché chi spende si rivela appunto un “heavy user” di tecnologie varie, sembra conseguente che molti di coloro che utilizzano il peer-to-peer siano anche i primi a sperimentare servizi innovativi come il download di musica sul telefono. Il 60 per cento degli utenti P2P intervistati, sostengono gli analisti, dichiara di apprezzare un player Mp3 infilato nel telefonino.

Secondo Brindley “è un mito quello secondo cui i downloader abusivi siano mercenari infernali pronti a tutto per violare la legge pur di avere musica gratis. Nella realtà, questi sono spesso gli appassionati più sinceri che sono entusiasti anche nell’adottare servizi a pagamento”.

La lezione da trarre da questo studio, affermano gli analisti di The Leading Company, è che le major dovrebbero “capitalizzare le potenzialità dei network peer-to-peer per spingere i consumatori verso attraenti alternative legali”. Come a dire, cioè, che denunce e crociate finiscono per allontanare proprio i migliori clienti…

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Pubblicato il
28 lug 2005
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