IBM: batteremo cinesi ed indiani

IBM: batteremo cinesi ed indiani

Varato un programma per portare nelle aule americane ingegneri e tecnici dell'azienda: formeranno i talenti d'America in quelle materie dove i colleghi cinesi e indiani stanno guadagnando la leadership
Varato un programma per portare nelle aule americane ingegneri e tecnici dell'azienda: formeranno i talenti d'America in quelle materie dove i colleghi cinesi e indiani stanno guadagnando la leadership


Armonk (USA) – Le sfide provenienti dall’estremo oriente fanno paura ai big dell’industria statunitense. Big Blue ha così captato i timori diffusi nel mondo dell’IT per tramutarli in una strategia d’investimento formativo , volta alla creazione di una solida base di giovani studenti in grado di contribuire al futuro della tecnologia made in USA .

Stanley Litow, presidente dalla Fondazione IBM, ha annunciato la nascita di un programma di ricollocamento dedicato ai dipendenti in età pensionabile: il programma, varato col patrocinio dell’amministrazione locale di New York, intende fornire agevolazioni e contratti stimolanti per “convertire” ingegneri e programmatori in docenti d’alto profilo . I vertici di IBM sperano di tamponare l’emorragia scientifica che affligge l’istruzione statunitense: “Servono almeno 250.000 insegnanti di materie scientifiche e non sappiamo da dove prenderli”, dichiara Litow in un lancio di AP .

Il capo della Fondazione parla a nome dell’intero paese, “minacciato” dall’ impeccabile preparazione tecnico-scientifica dei giovani di Bangalore o di Pechino. “Abbiamo tra le mani una bomba ad orologeria, e non è solo un problema per le aziende tecnologiche”, incalza Litow: il sistema scolastico ed accademico dei grandi paesi asiatici è in grado di plasmare scienziati ed ingegneri con un ritmo serratissimo , capace di ribaltare gli assetti economici internazionali. Se non si interviene nel settore dell’istruzione, potenziandone l’impianto formativo matematico e scientifico, Litow sostiene che “l’economia degli Stati Uniti è in pericolo”.

IBM accompagnerà la difficile transizione dei dipendenti attraverso agevolazioni fiscali ed una borsa di studio da 15mila dollari finalizzata per ottenere qualifiche ed abilitazioni all’insegnamento. L’azienda accompagnerà gli ex-impiegati durante il duro percorso della “conversione professionale”: il personale, una volta terminato un periodo prova di “inserimento” nel nuovo ruolo, potrà entrare a far parte di strutture scolastiche sia pubbliche che private.

Tuttavia questa tattica, che assomiglia vagamente ad un taglio del personale truccato da patriottismo messianico, potrebbe rivelarsi inconcludente: un esercito di formatori non è certamente il metodo più automatico e lineare per scacciare la tempesta che spira dall’oriente. Questo perché la penetrazione informatica negli Stati Uniti, secondo i dati ufficiali, è alta: tuttavia, in maniera quasi paradossale, sempre meno studenti scelgono una carriera universitaria di impronta scientifica .

Nonostante gli ottimi ideali proposti da IBM, la fiacchezza scientifica che sembra affliggere le nuove generazioni dei paesi occidentali secondo qualcuno è imputabile anche al calo occupazionale: il massiccio outsourcing di interi apparati produttivi, sia nell’elettronica che nell’informatica, rimane la causa principale dei problemi paventati da Litow.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il
19 set 2005
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