Salta la Carta ID elettronica?

Salta la Carta ID elettronica?

In una nota il ministro all'Innovazione ipotizza lo scardinamento del progetto. La causa? Un comma del maxiemendamento alla Finanziaria che - dice - snatura il progetto
In una nota il ministro all'Innovazione ipotizza lo scardinamento del progetto. La causa? Un comma del maxiemendamento alla Finanziaria che - dice - snatura il progetto


Roma – C’è aria di tempesta su uno dei progetti più cari al Dipartimento all’Innovazione , quello della Carta di identità elettronica , tempesta causata da alcune scelte che investono il maxiemendamento alla Finanziaria, un “corpus” di moltissime disposizioni sulle quali il Governo ha chiesto la fiducia affinché venga approvato dal Parlamento senza modifiche.

In una piccata nota diffusa dal ministro all’Innovazione Lucio Stanca, si rileva come siano stati effettuati ritocchi alla normativa sulla Carta senza consultare tutte le parti, Dipartimento all’innovazione in primis. E parla di “rilevanti interessi economici” che stanno spingendo, apparentemente con successo, per “escludere le logiche di mercato, le sole capaci di garantire la necessaria trasparenza ed economicità. E, comunque – continua la nota – se norma ci deve essere, deve per l’appunto essere quella di garantire l’apertura al mercato”.

Ma, al di là delle pressioni sul progetto provenienti da innominate lobby economiche, esiste un problema tecnico notevolissimo con il comma 586: “Affidare la distribuzione e gestione della CIE a modalità simili a quanto fatto finora per la Tessera Sanitaria Nazionale significa di fatto non solo azzerare tutto il lavoro sin qui svolto in questi anni, prima per la fase di sperimentazione e, poi, per quella di emissione della CIE, ma anche escludere il coinvolgimento dei Comuni d’Italia”.

Stanca ha dunque chiesto la soppressione del comma e il coinvolgimento dei comuni italiani riuniti nell’ANCI, assieme ai dicasteri interessati, per assicurare il futuro del progetto “senza colpi di mano e tenendo lontani gli interessi economici di parte”.

Che la situazione sia delicatissima si intuisce chiaramente dall’ultima parte della nota dove Stanca afferma che “in caso di assenza o di insufficiente coordinamento tra le Amministrazioni” si adopererà “nei tempi più brevi possibili perché la CIE non sia più lo strumento di accesso ai servizi telematici, ma rimanga un importante sicuro documento di identità fisica e non più anche digitale”. Il che equivarrebbe, evidentemente, a spazzar via anni di lavoro sull’espansione del documento di identità a strumento di interazione elettronico con la pubblica amministrazione.

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Pubblicato il
16 dic 2005
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