I tre papà di Cell estendono l'accordo

I tre papà di Cell estendono l'accordo

IBM, Sony e Toshiba si sono strette ancora la mano per lo sviluppo di nuovi chip da 30 nanometri
IBM, Sony e Toshiba si sono strette ancora la mano per lo sviluppo di nuovi chip da 30 nanometri


Roma – Dopo aver collaborato con successo allo sviluppo del processore Cell , IBM , Sony e Toshiba hanno deciso di estendere l’accordo di cooperazione per altri 5 anni , nel tentativo di raggiungere nuovi risultati nella miniaturizzazione dei chip.

La nuova ricerca sarà condotta sui binari del processo produttivo a 32 nanometri per raggiungere risultati migliori sia nelle prestazioni che nei consumi. Il primo progetto che i 3 big hanno intrapreso assieme è stato il processore Cell, che prenderà posto nella nuova Playstation 3 di casa Sony, dotato di una grande potenza di calcolo, stimata intorno ai 16 teraflops (trilioni di operazioni al secondo), e provvisto del supporto di svariati sistemi operativi, tra i quali figura anche Linux.

“Tutte e tre le aziende impegnate in questo progetto hanno contribuito in maniera uguale nella ricerca del microprocessore Cell”, ha dichiarato il portavoce di IBM Bruce McConnel. “In considerazione del fatto che quella precedente è stata una cooperazione proficua, abbiamo deciso di proseguire insieme nello sviluppo di nuove tecnologie che possano portare a risultati ancora più soddisfacenti”. Nel corso della collaborazione appena terminata, come ha ammesso lo stesso McConnel, le tre società hanno contribuito in maniera paritaria apportando tutta l’abilità appresa nel corso degli anni. Più in particolare, Toshiba ha fornito le sue tecniche di produzione, Sony ha messo a disposizione i suoi esperti di elettronica mentre IBM ha partecipato alla join-venture con la sua conoscenza nella lavorazione dei materiali.

Tutto questo know-how ha fatto anche cambiare il target per il quale Cell era stato prefissato. All’inizio, infatti, il nuovo processore era stato pensato solamente per l’ambito console, ma, con il passare del tempo, i tre big hanno scoperto che la loro invenzione non avrebbe sfigurato in numerose operazioni al di fuori dell’ambito videoludico.

Il nuovo traguardo verso il quale le 3 aziende si sono dirette, con il nuovo patto quinquennale, è decisamente ambizioso. Infatti, lo sviluppo di processori da circa 30 nanometri richiede molti sforzi e alti costi iniziali, ma non vi è dubbio che, una volta entrati in commercio, ripagheranno largamente l’impegno apportato.

Dario Panzeri

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Pubblicato il
16 gen 2006
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