Banda larga all'assalto dell'Oriente

Banda larga all'assalto dell'Oriente

O viceversa? L'affermazione della Corea, la crescita veloce delle infrastrutture cinesi e giapponesi, l'ascesa di quelle australiane rivelano la vivacità di quei mercati, dove la fibra regna sovrana
O viceversa? L'affermazione della Corea, la crescita veloce delle infrastrutture cinesi e giapponesi, l'ascesa di quelle australiane rivelano la vivacità di quei mercati, dove la fibra regna sovrana


Roma – L’ultima indagine di In-Stat sullo sviluppo della banda larga non lascia dubbi: se il broad band è il pane della crescita per tutte le economie avanzate, per i paesi orientali si sta rivelando un trampolino di lancio. Non sorprende, quindi, che la crescita del comparto nel far east non abbia paragoni nel mondo: in almeno cinque paesi i carrier locali stanno investendo milioni di dollari per cablare con fibra ottica interi centri abitati, sfruttando le potenzialità di tutte le tecnologie FTTX – le architetture in fibra per la fornitura di servizi IPTV, VoIP, dati, Web etc.

In particolare negli anni si sono affermati i carrier di Cina, Giappone e Corea del Sud, quelli che hanno deciso di concentrarsi sull’implementazione di network a fibra ottica perché considerati più efficienti sotto il profilo prestazionale – rispetto alle tecnologie analogiche. E tutto questo ha portato non solo a sviluppi prodigiosi della banda in Cina, paese che sta conoscendo una vera e propria esplosione della connettività, ma soprattutto in Corea del Sud, che ormai da anni detiene la palma di paese più cablato del mondo. Un dinamismo che corre parallelo alla focosità delle tigri d’oriente.

Allo stesso tempo, alcuni analisti, sostengono, che la vicinanza delle aziende produttrici ai mercati di riferimento si traduca in costi di investimento inferiori a quelli sostenuti dai carrier occidentali. Una tesi controversa, peraltro, considerando le difficoltà per molti operatori di sviluppare reti in paesi come la Corea, dove il mercato delle infrastrutture è ormai saturo e quello dei servizi è sempre più competitivo, o in Cina, dove la forte pressione regolamentare limita gli spazi di movimento.

Al contrario, invece, sottolinea anche In-Stat, la veloce crescita dei mercati cinesi, ma anche di quelli australiani, favorisce il crescente coinvolgimento delle multinazionali del settore: sempre alla ricerca di aree in espansione, possono contare su forti capacità di investimento e su un management che ha ormai acquisito il know-how per operare a meglio in mercati anche fortemente regolamentati. Il fronte di maggiore competizione, con l’eccezione di solo alcuni paesi, è ormai quello dei servizi.

“Gli investitori stranieri non hanno bisogno di creare i network per fornire direttamente i servizi e approfittare dei nuovi mercati. Gli sviluppatori di contenuti e i service provider specializzati, allo stesso tempo, possono avere migliori prospettive di introito se lavorano a stretto contatto con i provider broadband che stanno guidando la corsa alle infrastrutture FTTX”, ha dichiarato un portavoce di In-Stat.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
17 gen 2006
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