L'ombra della Cina si allunga sulla rete

L'ombra della Cina si allunga sulla rete

Con 111 milioni di utenti, 65 dei quali broad band, il Regno di Mezzo raggiunge nuove vette. Le grandi aziende fiutano affari d'oro: è il secondo mercato dopo gli USA. Ma si prepara a diventare il primo. Il quadro
Con 111 milioni di utenti, 65 dei quali broad band, il Regno di Mezzo raggiunge nuove vette. Le grandi aziende fiutano affari d'oro: è il secondo mercato dopo gli USA. Ma si prepara a diventare il primo. Il quadro


Pechino – Il numero degli utenti Internet della Repubblica Popolare Cinese continua a crescere con una velocità senza precedenti. Con un aumento annuale del 18%, pari a 17 milioni di nuovi abbonamenti, il mercato online cinese ha ormai oltrepassato la soglia dei 111 milioni di cittadini . Un dato leggermente inferiore rispetto alle previsioni del governo cinese, che costituisce comunque un primato nella storia della Rete.

Ormai seconda solo agli Stati Uniti , la Cina procede verso il primo posto per peso telematico sul mercato globale. Al passo di grandi balzi in avanti , la diffusione della connettività a banda larga continua a conquistare fette sempre più ampie di popolazione, procedendo al ritmo incalzante di un incremento annuo del 50%. Ben 65 milioni di utenti , secondo le stime governative, hanno accesso ad una connessione ad alta velocità.

Se la crescita infrastrutturale, economica e sociale della Cina dovesse procedere di questo passo, il Dragone potrà ribaltare completamente gli equilibri di Internet, sorpassando l’intera popolazione online dell’Occidente, impregnata di valori politici democratici ed una diffusa anglofonia. Il tutto potrebbe avvenire nel giro di appena un decennio.

Xinhua , l’agenzia stampa statale, parla di un “risultato eccellente” dovuto all’attenta “pianificazione da parte del governo”: in realtà l’avanzata di Internet nel Regno di Mezzo diventa sempre più difficile da controllare . Questo perché l’assenza sistematica di libertà d’informazione , tipica del regime cinese, è notoriamente poco conciliabile con la struttura profonda della Rete.

Per quanto tempo ancora le tecnologie occidentali d’ultima generazione utilizzate dalle forze dell’ordine cinesi riusciranno a tenere a bada fermenti democratici e comunicazioni interpersonali? Nonostante la forte censura online applicata dalle istituzioni, è possibile che un tale boom telematico possa presto diventare un vaso di Pandora che sconquassi l’ordine sociale imposto dal regime comunista.

Non solo: il vero incubo dei pianificatori pechinesi ha i contorni della gigantesca campagna cinese, praticamente immersa in un incolmabile digital divide . La penetrazione di Internet ed informatica rimane un fenomeno esclusivamente appannaggio dei grandi agglomerati urbani. Solo il 2,6% degli utenti nazionali appartiene infatti alle regioni rurali, povere ed arretratissime.

La possibilità di connettersi ad Internet diventa una importante linea di demarcazione tra ricchi e poveri , oltre ad essere una chiave d’analisi per capire la progressiva frattura che sta spaccando in due il paese. Il costo medio di un abbonamento, si legge nei dati ufficiali rilasciati dal governo, è pari a circa 10 euro mensili.

Una cifra forse troppo consistente per chi vive al di fuori delle metropoli costiere, ed una cifra considerevole se paragonata ai salari medi di un operaio.

Ad ogni modo, il Dragone continua a sputare fuoco e mira alla progressiva informatizzazione di circa un miliardo e mezzo di individui. La sola eventualità di una futura egemonia tecnologica cinese, dettata innanzitutto dalle sbalorditive cifre in ballo, è già oggi un terremoto per molti paesi. Anche perché nel settore produttivo legato alle nuove tecnologie la Cina ha già superato gli Stati Uniti . E Pechino vuole anche spostare l’asse dell’innovazione IT nel continente asiatico, sfruttando una ritrovata intesa con l’India , vera e propria potenza del software.

Tommaso Lombardi

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Pubblicato il 19 gen 2006
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