Bush vuole digitalizzare i confini

Bush vuole digitalizzare i confini

Il progetto travel intelligence ha come obiettivo la creazione di un unico database che raccolga tutti i dati dei cittadini stranieri che bussano alla frontiera
Il progetto travel intelligence ha come obiettivo la creazione di un unico database che raccolga tutti i dati dei cittadini stranieri che bussano alla frontiera


Washington (USA) – L’Amministrazione Bush ha deciso di rilanciare il tema della lotta al terrorismo con il cosiddetto “travel intelligence”. Ovvero una serie di metodi, e tecnologie, che permetteranno di mettere in relazione banche-dati diverse per individuare i terroristi negli spostamenti e quindi alle frontiere. Il tutto archiviando milioni di file correlati ai cittadini stranieri che richiedono visti e varcano le frontiere.

Qualcuno ha parlato del progetto come dell’ennesimo bushismo – termine coniato oltreoceano per descrivere le novità presidenziali. Il Segretario di Stato , Condoleezza Rice, e il Segretario per la sicurezza interna , Michael Chertoff, hanno confermato che il progetto è quello di digitalizzare, e tenere sotto controllo, tutte le operazioni che riguardano i documenti per il soggiorno.

“È di vitale interesse per l’America rimanere un paese accogliente così come quello di essere sempre più sicuro e contrastare il terrorismo”, ha dichiaro Rice. “La tecnologia moderna ci permetterà di raggiungere entrambi gli obiettivi”, ha aggiunto Chertoff.

Le due agenzie federali hanno definito il “travel intelligence” come un metodo per monitorare gli spostamenti dei presunti terroristi. I dati saranno raccolti dal Terrorist Threat Integration Center , il progetto sovvenzionato dalla Sicurezza Interna, il Pentagono, la Cia e FBI. La gestione, nonché elaborazione, di queste informazioni avverrà invece nelle sedi del Terrorist Screening Center , creato nel 2003.

La mole di dati archiviata nei database federali proverrà non solo da operazioni di intelligence, ma anche dallo scanning dettagliato dei nuovi passaporti elettronici . In sinergia con il passaggio al sistema di visti elettronici – ancora in fase di definizione – verrà implementata una piattaforma online per le domande di soggiorno.

Inoltre, il classico colloquio per ottenere il visto – normalmente effettuato nelle varie ambasciate – verrà sostituito con una piattaforma di video-conferenza. Insomma, più strategie per raggiungere un unico traguardo: la digitalizzazione di tutte le informazioni. Un obiettivo ambizioso che però si dimostra in linea con la speranza statunitense, di realizzare un unico “Global Enrollment Network”. Una sorta di database sicuro dove, a prescindere dalle fonti, vengono convogliati tutti i dati di tutti gli stranieri . Poi facilmente consultabili dalle agenzie federali.

“Ottenute le informazioni la prima volta, non dovrebbe esserci più bisogno di ripetere le operazioni di controllo. In questo modo potremo concentrarci su un ristretto numero di persone pericolose”, ha spiegato Chertoff.

Ma non tutto è così semplice. Dietro le parole, infatti, si intravvede una certa confusione operativa. “Per ora non sappiamo quali dati esattamente dovremo raccogliere, come potremo proteggerli al meglio e quali sistemi informatici utilizzeremo. Ci sono ancora molti dettagli su cui dobbiamo lavorare”, ha però dichiarato un ufficiale della Sicurezza Interna. E qualcuno afferma che l’amministrazione Bush ha in sostanza ordinato un “travel intelligence” prima di consultare il menù.

Dario d’Elia

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Pubblicato il 19 gen 2006
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