USA, museruola alle intercettazioni

USA, museruola alle intercettazioni

Il Congresso non ritiene sufficienti le scuse, le ammissioni e le rivendicazioni della Casa Bianca e si muove su due fronti: un'indagine congressuale a tutto campo e una nuova normativa per arginare la National Security Agency
Il Congresso non ritiene sufficienti le scuse, le ammissioni e le rivendicazioni della Casa Bianca e si muove su due fronti: un'indagine congressuale a tutto campo e una nuova normativa per arginare la National Security Agency


Washington (USA) – La Casa Bianca ha decisamente tentato l’arrocco nell’ultima audizione sulla National Security Agency svoltasi al Senato, ma l’odore di bruciato ha scatenato i segugi repubblicani e l’indagine per fare chiarezza continua.

Le parole del procuratore legale generale Alberto Gonzales e dell’intelligence adviser Michael Hayden sono state una concessione dell’amministrazione Bush che potrebbe avere un prezzo molto alto. Heather Wilson, repubblicana che presiede il sub-committee riguardante la NSA, ha richiesto l’avvio di un’inchiesta congressuale .

Inoltre il senatore repubblicano Arlen Specter, a poche ore dalla conclusione dell’audizione, ha confermato che la controversia non è conclusa, e dimostra solo l’esigenza di una nuova legge – su cui sta lavorando – che ponga le attività di spionaggio della NSA sotto l’ ombrello di una Corte – nel rispetto del Foreign Intelligence Surveillance Act . “La legge fisserà i criteri per come la Foreign Intelligence Surveillance Court debba operare in relazione alla Costituzione”, ha dichiarato Specter.

Come se non bastasse il repubblicano James Sensenbrenner, elemento di riferimento anche per George W. Bush, in qualità di presidente del House Judiciary Committee ha spedito una lettere ufficiale a Gonzales che contiene 51 domande sul programma NSA. Fra queste vi è anche la richiesta di risposta ad una serie di quesiti posti da American Civil Liberties Union , Amnesty International e People for the American Way .

Il procuratore generale dovrà rispettare la scadenza del 2 marzo, e forse solo allora i tanti che vedono soccombere la propria privacy potranno avere finalmente soddisfazione.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
10 feb 2006
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