Roma – “Il 16 marzo prossimo è impossibile chiudere l’analogico”. Con queste parole, il Governatore della Sardegna Renato Soru dimostra di non voler cedere allo “switch-off” e ribadisce che per tutto il 2006 non sarà possibile spegnere i ripetitori della TV analogica e si dovrà procedere ancora con la sperimentazione della televisione digitale terrestre .
Le località interessate al primo passaggio “forzato” al DTT sono quattro capoluoghi sardi (Cagliari, Sassari, Oristano, Nuoro) con oltre 250 comuni del circondario, e alcune località della Valle d’Aosta (Aosta, Saint Vincent e altri 24 comuni). La scadenza si avvicina e le posizioni di governo e regioni divergono sempre di più .
La polemica sta assumendo toni sempre più accesi. Soru, che da tempo ha dichiarato di ritenere lo switch-off anticipato per Sardegna e Val d’Aosta una sciocchezza, ha ora attaccato ulteriormente il Governo . “Credo – ha sottolineato durante un convegno a Cagliari – che il digitale terrestre, per come è stato gestito, sia un inganno colossale che spero il centrosinistra cancelli nei prossimi mesi”.
Lo scorso anno, durante la Prima Conferenza Nazionale sulla Televisione Digitale Terrestre, nelle parole di Soru c’era molto più entusiasmo: “Quello che ci apprestiamo a fare è solo un passaggio tecnologico per veicolare le stesse informazioni istituzionali che oggi passano attraverso altri mezzi, come la carta stampata e Internet, e per migliorare i servizi della pubblica amministrazione”. Il cambio di rotta, rispetto al calore manifestato nel 2005, è spiegato in questa affermazione: “Su questa vicenda è necessario fare chiarezza visto che l’accordo a suo tempo raggiunto è stato in gran parte disatteso, soprattutto per quello che riguarda l’interattività che doveva essere garantita e che non sono in grado assolutamente di assicurare gli attuali decoder. Quando ci è stato proposto di fare da sperimentatori per il digitale terrestre, ci era stato assicurato che non si trattava solo di televisione, ma di una vera rivoluzione che avrebbe consentito di superare questo gap, avvicinando i cittadini alla Pubblica amministrazione e a tutte le possibilità offerte dai servizi interattivi. Invece, per ora, abbiamo visto che l’unica sperimentazione che funziona è quella delle carte prepagate di due piattaforme televisive”.
Non è una sorpresa la posizione estremamente critica assunta negli ultimi mesi dall’ex numero uno di Tiscali nei confronti del DTT all’italiana . E le sue nuove esternazioni non devono essere risultate gradite al sottosegretario del ministero delle Comunicazioni , Paolo Romani, che afferma: “Il digitale terrestre non può considerarsi affatto un inganno, ma rappresenta una grande opportunità di Innovazione tecnologica che il nostro Paese sta perseguendo fin dal 2000 e che trova unanime consenso in tutta Europa” e ricorda che lo switch-off delle città di Sardegna e Val d’Aosta è stato programmato in accordo con le Regioni. “Eravamo e rimaniamo in attesa di un incontro definitivo chiarificatore con le due Regioni e, quindi, raccolgo l’invito del Presidente Soru, non per accettare i suoi termini ultimativi, ma per proseguire il discorso sul digitale terrestre con colloqui costruttivi”.
In linea con le parole di Soru è Adiconsum , estremamente dura nei confronti del Sottosegretario Romani, al quale rimprovera: “Non sente ragioni e a testa bassa continua a minacciare la chiusura della televisione analogica per il 16 marzo”.
L’associazione motiva la propria critica nei confronti di Romani con un elenco di motivi:
– “Non ascolta la RAI che dichiara di non poter garantire a tutti il segnale digitale.
– Non guarda i numeri che dicono che più del 40% dei cittadini in Sardegna non hanno il decoder.
– Non ascolta gli esperti della Fondazione Bordoni (centro studi dello stesso ministero) che ci informano che i decoder in commercio non permettono l’alta definizione.
– Non ascolta i docenti universitari che fanno sapere che per un corretto sviluppo del DTT occorre prima fare un serio piano di assegnazione delle frequenze.
– Non si è accorto che nessun servizio di tGovernment è in funzione e che gli esperimenti non si fanno a danno dei cittadini.
– Non si è accorto che nel resto d’Europa nessuno chiude l’analogico fra un mese ma forse nel 2012.
– Non si è accorto che nel resto d’Europa nessuno progetta servizi interattivi con il DTT ma preferisce la banda larga.
– Non si è accorto che siamo in campagna elettorale e non è possibile lasciare parte della popolazione senza informazione televisiva.
– Non si è accorto che due comunità regionali, attraverso i loro rappresentanti, non accettano le imposizioni”.
L’associazione, nel precisare di non essere contraria a nessuna innovazione tecnologica, si rivolge alle istituzioni per ribadire “la necessità di riprogrammare le modalità per la transizione al digitale terrestre e chiede, nuovamente, che in Sardegna e Valle D’Aosta si faccia per tutto il 2006 una VERA sperimentazione coordinata dalle Regioni, con dei comitati tecnici, rappresentativi di TUTTI (consumatori compresi) gli interessati al digitale terrestre. Adiconsum chiede alle Amministrazioni regionali di Sardegna e Valle d’Aosta di agire con tutti gli strumenti istituzionali in loro possesso, per salvaguardare i consumatori garantendo la visione della tv analogica anche dopo il 16 marzo, una corretta informazione e un adeguato passaggio al digitale”.
Dario Bonacina