Roma – Nuvole si addensano su EMI , una delle maggiori corporation attive nella distribuzione musicale mondiale. Secondo alcuni rumors riportati da Slyck.com , un certo numero di CD musicali dell’azienda venduti in Brasile conterrebbero sorprese poco gradite agli utenti.
Va detto che tutti i software contenuti nei CD sono elencati nella licenza d’uso che viene presentata all’utente quando inserisce il CD sul proprio compute, una licenza d’uso (EULA) che l’utente può naturalmente rifiutare: stando alle indiscrezioni, invece, anche in caso di rifiuto i software verrebbero comunque installati sul PC.
Quel che è peggio, riporta Slyck.com, è che la disinstallazione è piuttosto complicata . Sarebbe infatti assai arduo rimuovere da Windows i programmi infilati nel sistema operativo da quei CD al punto che, per farlo, sarebbe necessario ricorrere addirittura alla riformattazione.
Ad essere presi di mira, come accennato, sarebbero i soli sistemi Windows: nei CD così distribuiti, infatti, le tecnologie di protezione anticopia installate (DRM) impediscono l’ascolto dei dischi stessi su Linux e Mac OS e ostacolano il trasferimento della musica su player portatili multimediali.
Se la notizia fosse confermata, la strada intrapresa da EMI ricorderebbe da vicino l’incidente in cui è incappata di recente la “collega” Sony BMG . In quel caso, però, il software installato non solo non era dichiarato nell’EULA ma era costituito da un rootkit di ardua disinstallazione. Un caso conclusosi con la resa della corporation e una pubblicità senza precedenti sull’uso sempre più massiccio di tecnologie DRM da parte dei produttori e distributori di musica.