UE, tassa su SMS e email

UE, tassa su SMS e email

Si torna ancora una volta a parlare di un possibile quantum sulle comunicazioni più usate dagli europei. Se passerà, servirà a rimpinguare le casse dell'Unione Europea
Si torna ancora una volta a parlare di un possibile quantum sulle comunicazioni più usate dagli europei. Se passerà, servirà a rimpinguare le casse dell'Unione Europea

Strasburgo – I cittadini europei fanno un grande uso di SMS ed email, senza dubbio due delle forme di comunicazione offerte dalle nuove tecnologie più utilizzate in senso assoluto. Quindi perché non tassarle e ricavarci enormi quantità di denaro per finanziare le casse dell’Unione Europea?

Questa la proposta e il ragionamento di un influente eurodeputato francese, Alain Lamassoure, del partito popolare: ha già ottenuto che un gruppo di lavoro in seno al Parlamento europeo metta a punto una bozza di normativa da sottoporre poi alla Commissione e al voto dell’assemblea di Strasburgo.

L’idea di Lamassoure è che una piccola imposizione fiscale su SMS ed email possa non influire sulla loro diffusione. Secondo il deputato transalpino, si tratta di noccioline per consumatori ed operatori di comunicazione quantificabili in 1,5 centesimi su ogni SMS inviato e 0,00001 centesimo per ogni email spedita .

Qualora la proposta trovasse un consenso diffuso, cosa che Lamassoure spera accada presto per risanare i bilanci dell’Unione, la normativa europea che ne scaturirebbe dovrebbe prevedere anche i meccanismi di “prelievo” sul traffico gestito dagli operatori. Sebbene per gli SMS questo possa tradursi in un aumento, peraltro piuttosto consistente, di costi già elevatissimi , il calcolo di una tassa su ogni singola email costituirebbe una prima assoluta . E c’è chi teme che, se venisse effettivamente introdotta, la tassa potrebbe di anno in anno venire “rivista” per una ragione o per l’altra: costituendosi come fonte di reddito per le casse europee che Lamassoure ritiene “colossale”, è arduo attendersi che la Commissione Europea o gli stati membri non ricorrano a questo strumento per risanare i propri conti in modo via via più massiccio.

Il fatto che l’idea di Lamassoure arrivi oggi non deve sorprendere: entro il 2008 l’Unione dovrà determinare le nuove modalità di reperimento dei fondi che ne garantiscano il funzionamento.

Il deputato francese Tanto più che la “visione” di Lamassoure (nella foto) è quella di una imposizione “stato-centrica”: se un SMS viene spedito e ricevuto in un paese, la tassa verrebbe incamerata da quel paese. Se l’SMS è invece diretto ad un utente di un altro paese europeo, la tassa andrebbe all’Unione stessa. Secondo il parlamentare francese “l’Unione ha prodotto benefici per tutti” e dunque “si dovrebbe capire che finanziare la UE significa beneficiarne tutti”.

La proposta di una tassa sugli SMS non è certo una novità. Ben lo sanno le Filippine, dove fu ritirato nel 2004 un balzello di questo tipo, che aveva infuriato la popolazione. E lo sanno bene anche gli italiani: una proposta dell’UDC , rimasta tale, parlava nel 2004 di due centesimi di tassa su ogni SMS. L’anno successivo tre parlamentari di AN lanciarono l’idea di un balzello da un centesimo per SMS.

Sebbene in tutti questi casi le proposte siano rientrate, appare chiara la disponibilità di molti ad adottare questo strumento fiscale. E per la prima volta la questione viene valutata in Europa: un’eventuale normativa europea si ripercuoterebbe su tutti i paesi aderenti.

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Pubblicato il 29 mag 2006
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