Internet e società, Don't Date Him è nei guai

Internet e società, Don't Date Him è nei guai

Un avvocato denuncia il portale per diffamazione: è un club di cuori infranti che dà modo alle donne di spettagolare sui propri ex e metterli alla berlina di fronte al globo
Un avvocato denuncia il portale per diffamazione: è un club di cuori infranti che dà modo alle donne di spettagolare sui propri ex e metterli alla berlina di fronte al globo

Philadelphia (USA) – Un portale online sta mandando su tutte le furie molti uomini americani: si chiama Don’t Date Him e come il nome suggerisce si tratta di una sorta di comunità virtuale per donne tradite o deluse dai propri ex mariti, fidanzati e ragazzi. Su questo sito, le donne possono dare sfogo alla propria rabbia ed esporre al pubblico i motivi che hanno portato alla separazione dal proprio compagno: infedeltà coniugale, scarsa intesa sessuale, attitudine alla “bugia facile”.

Il portale è stato fondato da una giornalista di Miami, Tasha Joseph, e si presenta come “una risorsa per dar voce alle donne tradite dai propri uomini”. Un servizio innovativo, che tuttavia non piace a molti: Todd Hollis, un giovane avvocato, ha denunciato per diffamazione la Joseph e molte ragazze che hanno scritto sul suo conto.

Secondo Hollis, tre donne di Don’t Date Him hanno scritto informazioni estremamente diffamanti: “Il servizio dà spago ad utenti maliziosi che hanno soltanto un obiettivo”, ha dichiarato Hollis, “ovvero quello di attaccare ed offendere il bersaglio di turno”. Il profilo associato ad Hollis, pubblicato da tempo sul sito, parla ad esempio della sua “carriera da fallito”, della sua fama di “sciupafemmine” e soprattutto parla dell’avvocato come di un “portatore di malattie veneree”.

Una visita sul sito in questione palesa immediatamente il tenore delle informazioni che vengono quotidianamente pubblicate: nonostante rigidi codici di condotta per gli utenti del portale, Don’t Date Him è ricolmo di descrizioni diffamanti ed informazioni personali di centinaia di persone, urlate ai quattro venti della Rete.

Anche gli uomini possono rispondere e contribuire allo sviluppo delle storie esposte sul portale: come in qualsiasi altro esperimento di tipo “collaborativo” aperto a tutti, il confine tra pura invenzione letteraria ed attualità è sempre molto fragile. Il punto debole di Don’t Date Him, infatti, è che la veridicità di qualsiasi storia non è assolutamente verificabile.

Questo non ha comunque evitato che Hollis procedesse con la richiesta di accertamenti da parte di ministeri e forze dell’ordine. La denuncia dell’avvocato non riguarda infatti soltanto le donne che hanno contribuito al suo “profilo” di sciupafemmine, ma persino l’editore, accusato di “fomentare la pubblicazione d’informazioni diffamanti”.

La responsabilità dell’editore di Don’t Date Him, secondo l’avvocato di parte, Tasha Joseph, è praticamente inesistente: il problema è semmai per i singoli utenti. Vista la natura del servizio e le difficoltà tecniche per controllare la veridicità delle informazioni, nonché la loro effettiva componente diffamante, appare molto difficile che le due parti coinvolte arrivino ad un accordo senza l’intervento di un tribunale specializzato in questi casi. C’è da ricordare che già nel 1996, con una legge federale degli Stati Uniti, l’ordinamento americano introduceva il principio di responsabilità degli utenti nel caso di pubblicazioni su siti Internet gestiti da terzi.

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Pubblicato il
3 lug 2006
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