DRM , Digital Right Management System, sistemi di gestione dei diritti digitali.
In un anno di attività e di informazione sul reale significato e sui reali effetti di questi sistemi, la sigla stessa ha assunto, in molte situazioni e per molte persone, una corretta connotazione negativa .
C’è più informazione; alcuni (per ora pochi) cominciano persino a fare strane domande ai negozianti su TPM ed Infineon . Bene, molto bene, forse non sarà questo che rovescerà una situazione che vede come sempre una forte disparità tra i contendenti, ma almeno c’è una reale possibilità.
Nel frattempo pero’ la tecnologia si evolve; nuovi prodotti vengono presentati e nuovi fronti si aprono.
Per chi ancora non ci avesse pensato per conto suo, ecco un bollettino dal nuovo fronte.
I mondiali di calcio sono ormai storia, ma la vendita di televisori al plasma ed LCD ha avuto la prevista impennata.
Mai come nella trascorsa stagione si erano visti così tanti nuovi modelli, molti dei quali possono utilizzare l’alta definizione; sono, per usare l’immancabile marchietto industriale, “HD Ready”.
Sono anche in arrivo , ma più in ritardo, i primi lettori di dischi “Blu Ray” ed i film ad alta definizione, masterizzati su questi nuovi supporti di capacità molto maggiore dei comuni DVD.
Infine sono in arrivo i primi ricevitori TV, satellitari e non, dotati della possibilità di ricevere trasmissioni e film in alta definizione.
Si potrebbe commentare “Bene! Finalmente! Erano anni che l’alta definizione veniva annunciata come l’imminente rivoluzione; non sarà magari una rivoluzione ma finalmente è arrivata”. Tutto giusto, peccato che sia arrivata con una sorpresa: una perfetta integrazione con le tecnologie DRM che ne controllano quasi completamente il funzionamento.
Riducendo all’essenziale, a costo di qualche piccola imprecisione, possiamo dire che i componenti televisivi ad alta definizione (TV, lettori/registratori, ricevitori) nascono per funzionare SOLO in modalità DRM. L’alta risoluzione digitale verrà commercializzata solo tramite tecnologie DRM.
Ad esempio, il segnale digitale ad alta definizione che passa attraverso il cavo che unisce lettore HD a televisore HD è criptato, e non è visualizzabile come stream digitale, con buona pace del diritto alla copia personale. Molti apparecchi riproduttori, come certi lettori Blu-Ray, non saranno nemmeno dotati di una uscita video normale (ormai chiamata, per i motivi che vedremo più avanti, Analog Hole – buco analogico ) o, se presente, potrà essere disabilitata o fornire un segnale a risoluzione minore a discrezione di chi ha prodotto il disco.
Dopo i Cd virali di Sony/BMG ed il Trusted Computing , l’HD – Alta Definizione è il nuovo cavallo di Troia con cui i sistemi DRM si avviano a prendere il completo controllo dei contenuti digitali.
Ma torniamo, tralasciando facili battute, al problema del “buco analogico”.
Questa denominazione è stata coniata proprio da chi progetta sistemi DRM ed è, se mai occorresse, la riprova riprovata dell’intenzione di imprigionare tutti i contenuti digitali all’interno di barriere inespugnabili, appunto i sistemi DRM. Un esempio di buco analogico è la normale presa SCART che collega qualunque vecchio videoregistratore, sintonizzatore o consolle al normale televisore analogico.
Per consentire, soprattutto in una fase di transizione, di collegare apparecchi HD ad apparecchi analogici, i riproduttori HD dovrebbero essere appunto dotati di un’uscita analogica normale; questa uscita permetterebbe ad esempio, di utilizzare una tv non HD con un videolettore Blu-Ray, o di effettuare la normale copia personale di un DVD digitalizzando il segnale in uscita dal lettore.
Ecco, il collegamento analogico permette al contenuto di “uscire fuori” dall’impenetrabile “contenitore” DRM, ed è quindi, per il progettisti di tali sistemi, una grave falla, un vero e proprio “buco” da eliminare ad ogni costo.
Dal punto di vista del consumatore che acquista sistemi e contenuti di questo tipo, il “buco analogico” è invece una necessaria opzione per evitare di veder scomparire i propri legittimi diritti di possessore di apparecchiature audio-video, di consumatore, possessore e produttore di contenuti, di cittadino che possiede il diritto all’accesso a quella cultura che la nostra Repubblica promuove nella Costituzione.
Consigli per gli acquisti
L’alta definizione è un bel gadget (anche se rispetto al cinema non c’è confronto) ma se va a braccetto con sistemi DRM dannosi per il consumatore dovrebbe essere rifiutata tout court; se potete, evitate quindi l’acquisto di sistemi di questo tipo, e fate così sentire a chi di dovere l’unica voce forte che abbiamo, quella del nostro portafoglio.
Se decidete di acquistare apparecchi HD, documentatevi molto bene e privilegiate quei (pochi) che permettono input ed output analogici.
Marco Calamari