I chipmaker dichiarano guerra ai watt

I chipmaker dichiarano guerra ai watt

Se oggi il calore generato da una CPU consente di friggere un uovo, per il futuro gli utenti rischiano di ritrovarsi sotto la scrivania delle mini centrali nucleari. I chipmaker, Intel in testa, stanno studiando delle soluzioni
Se oggi il calore generato da una CPU consente di friggere un uovo, per il futuro gli utenti rischiano di ritrovarsi sotto la scrivania delle mini centrali nucleari. I chipmaker, Intel in testa, stanno studiando delle soluzioni


San Mateo (USA) – Durante la International Solid-State Circuits Conference (ISSCC) alcuni fra i più grossi produttori di microprocessori, fra cui Intel e IBM, hanno proposto come tema chiave del confronto tecnologico il problema dei consumi nei chip odierni.

Se il trend attuale dovesse continuare, ha detto il vice presidente di Intel Pat Gelsinger, entro il 2005 si fabbricheranno processori da 425 milioni di transistor ed entro il 2010 da 1,8 miliardi di transistor. La conclusione di Gelsinger è che fra pochi anni i processori “genereranno calore con intensità pari a quella di un reattore nucleare”.

Nonostante quello dei consumi sia uno dei problemi chiave nel futuro dei processori, Gelsinger ammette che in questo campo l’industria del settore potrebbe presto rimanere senza idee: “Persino utilizzando una tecnologia da 0,1 micron, un processore da 30 GHz e mezzo miliardo di transistor potrebbe dissipare qualcosa come 3.000 o 5.000 watt, comparabili per densità all’imboccatura di un razzo”.

“Guardando avanti”, ha affermato Gelsinger, “io non penso che sapremo come dissipare il calore generato da processori da 5.000 watt. Se questo trend continuerà, entro il 2010 potremo ritrovarci a produrre chip da 600 watt”. Secondo Gelsinger la chiave è “spremere” più potenza dagli attuali processori per ogni watt consumato.

Le soluzioni esplorate dagli ingegneri presenti alla conferenza erano svariate: costruire transistor a più basso consumo; progettare CPU multithread in grado di essere molto più efficienti, in termini di consumi, rispetto alle attuali architetture ad esecuzione speculativa; integrare più processori in un singolo die.

Sembra dunque che l’industria dei microprocessori si stia avvicinando ad un punto critico importante, in risposta al quale dovrà maturare soluzioni ben più efficaci di quelle fin qui sviluppate per il mercato mobile. Intel sembra puntare molto sulle CPU multithreading, ma c’è chi ha già mostrato soluzioni altrettanto innovative od in grado di prendere spunto da più tecniche diverse.

Per i processori questo potrebbe davvero rappresentare un decennio “incandescente”.

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Pubblicato il
7 feb 2001
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