La svolta open source della PA europea

La svolta open source della PA europea

La Commissione Europea vara un progetto che consentirà alle PA degli stati membri di condividere i progetti open source e riutilizzare il software. Al centro lo scambio di conoscenza e informazione
La Commissione Europea vara un progetto che consentirà alle PA degli stati membri di condividere i progetti open source e riutilizzare il software. Al centro lo scambio di conoscenza e informazione

Bruxelles – La Commissione Europea vara quella che a buon titolo qualcuno ha già definito “svolta”: si tratta infatti di un portale che raccoglierà le esperienze, le conoscenze e i software open source delle pubbliche amministrazioni degli stati dell’Unione Europea.

Il portale, il primo segnale concreto dell’interesse reale della Commissione per il modello di sviluppo aperto, sarà curato da Unisys con un corredo iniziale di 4 milioni di euro . Il suo nome sarà OSOR, acronimo di Open Source Observatory and Repository , e la speranza è che possa dare un forte impulso alle applicazioni di e-government.

Unisys Belgium coordinerà i lavori del Consorzio di cui fa parte è che ha vinto la gara per la realizzazione di OSOR e che vede impegnati anche il Maastricht Economic Research Institute on Innovation and Technology, il GOPA Cartermill e la Universidad Rey Juan Carlos.

OSOR non rappresenterà uno stop obbligato per le PA europee ma la Commissione ritiene che incoraggerà l’utilizzo e lo sviluppo del software open source nonché la realizzazione di progetti comuni . Sono già state individuate alcune aree di intervento in questo senso: e-procurement (ovvero procedure e sistemi per l’acquisizione di beni e servizi per la PA), interoperabilità e formati dei documenti di identità elettronica.

Effetto già sul breve termine dell’iniziativa, secondo Bruxelles, sarà la riduzione dei costi: le singole amministrazioni, potendo condividere le proprie competenze, potranno ridurre gli investimenti richiesti sia in fase di ricerca che di sviluppo delle piattaforme applicative.

“Dentro” OSOR troveranno posto, oltre al codice sorgente e al codice oggetto, tutte le informazioni sull’uso delle applicazioni, sulle diverse versioni realizzate, sulle relative licenze open source e sui contratti.

“L’interesse delle pubbliche amministrazioni nei confronti dell’open source non nasce con il proposito di sostituire gradualmente le soluzioni proprietarie” – ha chiarito Karel De Vriendt, Head of the European eGovernment Services Unit dell’Unione Europea. “Si fonda, piuttosto, sull’esigenza di realizzare applicazioni personalizzate basate su software open source e licenze libere, risultato di una stretta collaborazione progettuale. La nuova iniziativa OSOR dovrebbe diventare uno strumento privilegiato per rendere più veloce e semplice la condivisione dei software tra gli Stati membri”.

La roadmap prevede che entro fine anno il Consorzio sviluppi il formato e le specifiche di OSOR, che diverrà pienamente operativo entro il 2007 . I partner del Consorzio sono anche impegnati a sviluppare un primo blocco di applicazioni open source da introdurre nel programma, spingendo anche per il coordinamento tra i diversi progetti aperti in corso in ambito comunitario. Una volta a regime si ritiene che il portale, una estensione dell’ Open Source Observatory esistente, si rivolgerà ad una audience nelle PA comunitarie di almeno 100mila soggetti.

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Pubblicato il
16 ott 2006
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