Santa Clara (USA) – Lo aveva promesso già la scorsa estate alla comunità open source ed ora Sun ha aperto le prime porzioni di codice alla base della tecnologia Java e le ha pubblicate sotto la licenza GNU GPL , la stessa utilizzata da Linux e altri celebri progetti free software. Tra le implementazioni di Java già gpellizzate vi sono la Standard Edition (Java SE) e la Micro Edition (Java ME), mentre l’edizione Enterprise (Java EE) diverrà free all’inizio del prossimo anno.
Nella storia di Java il passaggio alla licenza GPL rappresenta una svolta epocale : fino ad oggi lo sviluppo del celebre linguaggio del Web era strettamente controllato da un comitato presieduto da Sun, ed ogni proposta di modifica doveva passare attraverso un rigido (e lento) processo formale chiamato Java Community Process . Da oggi, grazie alla GPL, chiunque sarà libero di modificare il codice di Java , aggiungervi funzionalità e distribuirlo insieme a Linux o ad altri software GPL.
Sun ha tutto da perdere dall’eventuale forking del codice di Java , soprattutto se questi lavori derivati dovessero scostarsi dalle specifiche standard. Va però ricordato che la licenza GPL, pur fornendo la libertà di prendere il codice e modificarlo a proprio piacere, obbliga gli sviluppatori a rilasciare ogni modifica sotto questa stessa licenza: Sun confida che questa restrizione scoraggi il nascere di fork commerciali di Java .
A questo proposito va detto che il ruolo del Java Community Process non muterà: questo sarà ancora il sistema utilizzato da Sun e dagli altri membri del comitato direttivo per sviluppare le specifiche alla base dello standard Java.
A fronte del rischio della nascita di eventuali versioni non standard di Java, Sun spera che l’apertura della propria piattaforma possa ulteriormente favorire la diffusione di Java e contrastare la minacciosa avanzata di MS.NET , una tecnologia che potrà presto avvantaggiarsi della stretta integrazione con Windows Vista.
Sun continuerà a distribuire Java anche con le tradizionali licenze commerciali , questo per venire incontro a quelle aziende che desiderano integrare Java in software proprietari.
Gli altri prodotti open source di Sun, come OpenSolaris e NetBeans, resteranno governati dalla licenza open source Common Development and Distribution License (CDDL), la stessa sotto cui oggi è disponibile l’implementazione di Java EE, GlassFish . All’inizio del prossimo anno Sun conta di rendere GPL anche quest’ultima versione di Java, affiancando la GPL all’attuale licenza CDDL.
Con la migrazione alle licenze GPL, Sun ha inaugurato due nuovi pogetti open source : OpenJDK , deicato a Java SE, e phoneME , dedicato invece a Java ME. Il primo include la macchina virtuale Java HotSpot, il compilatore Javac e il software per la documentazione JavaHelp; il secondo è invece composto dal codice del framework CLDC/MIDP e, molto presto, comprenderà anche i sorgenti del framework CDC.
Sun conta di rilasciare l’intero codice di Java , tranne piccole porzioni di proprietà di terzi, entro il prossimo marzo. Il codice potrà essere scaricato dal network di Sun dedicato agli sviluppatori, Java.net , e le tre edizioni di Java potranno essere distribuite insieme senza alcuna limitazione. Oltre a Java, Sun ha aperto anche il design grafico della sua celebre mascotte, Duke , da oggi disponibile sotto la licenza BSD.
LinuxDevices.com ha dedicato alla migrazione di Java verso la GPL e al progetto phoneMe questo approfondimento . Sul sito di Sun è invece possibile leggere o riprodurre il video degli interventi di alcuni dei più noti protagonisti del mondo Free Software e Open Source, tra i quali Richard Stallman, Eben Moglen, Mark Shuttleworth e Tim O ‘Reilly. Infine, su Java.net Sun ha pubblicato una lettera aperta del proprio vicepresidente, James Gosling, insieme a FAQ ed altri articoli relativi alla migrazione di Java alla GPL.