Londra – La polizia metropolitana di Londra ha iniziato la sperimentazione, in cinque quartieri della città, dell’utilizzo di un database di delinquenti altamente pericolosi, con l’intento di poter prevenire i delitti prima ancora che essi avvengano .
Il progetto, che verrà esteso all’intera area urbana della capitale inglese qualora dimostrasse la sua reale efficacia, si basa sulla creazione di una lista dei 100 peggiori “soggetti a rischio” per la società e i cittadini londinesi: i profili, contenenti informazioni psicologiche particolareggiate, dovrebbero secondo le intenzioni servire da “mappa” dei possibili casi a rischio per i poliziotti, permettendo di agire prima ancora che gli elementi schedati decidano di colpire con il loro sordido agire.
L’idea alla base di questa sorta di PreLista è avere uno strumento di valutazione ritagliato su misura per i peggiori elementi della città, personaggi poco raccomandabili quali l’assassino seriale Ian Huntley, lo stupratore Richard Baker e criminali di simile risma da tenere costantemente sotto sorveglianza con analisi incrociate dei rapporti di salute mentale e dei delitti di cui si sono già resi protagonisti in passato .
La lista serve insomma a “provare a beccare Ian Huntley prima che esca e commetta un nuovo omicidio”, stando a quanto dichiara al Times la criminologa Laura Richards in forze alla Unità di Prevenzione degli Omicidi di Scotland Yard, “In questo modo potremo avere l’opportunità di fermare qualcosa prima ancora che essa si trasformi in un evento irreparabile”.
L’idea non è nuova: a parte Dick e Spielberg (vedi trailer in fondo), nella realtà ha già provato Singapore a varare una PleClimine dagli ampi poteri previsionali , e per quanto in maniera ridotta il progetto inglese ricorda molto da vicino quel Total Information Awareness dell’ammiraglio John Poindexter , bocciato dal Congresso e tornato in auge dal buco della serratura con il nuovo nome di Tangram .
Di fatto, la PreCrimine metropolitana è una iniziativa che allarma e preoccupa le organizzazioni di difesa della privacy e delle libertà civili fondamentali: Simon Davies, direttore di Privacy International , ha espresso la propria perplessità a riguardo: “È giusto che la polizia adoperi strumenti di intelligence sui sospetti criminali, ma è osceno suggerire che dovrebbe esserci una lista di potenziali criminali”.
Secondo alcuni rapporti , l’improvvisa impennata di omicidi fatti registrare nella città di questi tempi sarebbe dovuta alle liti finite in violenza e sparatorie condite con alcool e uso di sostanze stupefacenti, e non invece agli assassini seriali che la PreLista avrebbe il compito di tenere sotto controllo. Per non parlare degli omicidi passionali o quelli non premeditati, impossibili da prevedere se non usando appunto tecnologie e soggetti scaturiti dalla fantasia dei maggiori autori sci-fi del secolo scorso.
Dubbia rimane inoltre l’efficacia della pervasività degli strumenti di sorveglianza nella società inglese nel ruolo di prevenzione dei crimini. Le telecamere a circuito chiuso, piazzate per ogni dove per le strade di Londra proprio con il compito di individuare improvvise esplosioni di violenza casuale (erano 4 milioni in tutta l’Inghilterra già nel 1994), per quanto dotate di software avanzati di riconoscimento delle forme e microfoni in grado di individuare i toni di voce fuori posto, hanno finora dimostrato di non essere in grado di fare molto più di quanto i “bobby” in giro per la città non facessero già da soli: le statistiche criminali dicono che la percentuale di omicidi è rimasta sostanzialmente costante.
La domanda fondamentale da porsi è quindi quanta utilità possa avere l’idea di una sorveglianza speciale nella riduzione dei crimini efferati, se già quella ordinaria ha dimostrato, finora, di non funzionare un granché .
Alfonso Maruccia