I netizen europei spendono online undici ore e venti minuti alla settimana, gli italiani fruiscono della Rete per un’ora in più rispetto alla media europea. Lo rivela la ricerca Mediascope Europe Study 2006 , commissionata dalla European Interactive Advertising Association (EIAA) , che ha indagato le abitudini online di alcuni stati del Vecchio Continente (Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Italia, Paesi Scandinavi, Belgio e Paesi Bassi).
La media europea di tempo trascorso online è aumentata di oltre sessanta minuti rispetto allo scorso anno, ma questa porzione di Europa è ancora lontana dalle quattordici ore settimanali degli americani, rilevate da una ricerca della University of Southern California .
Internet si sta integrando sempre di più nella vita degli europei, sia in termini quantitativi, di tempo speso, sia in termini di impatto sulle abitudini relazionali e di consumo mediatico.
Il peso crescente che Internet si sta guadagnando nella vita quotidiana, osserva EIAA, è guidato dall’avanzare della banda larga : l’85 per cento dei cittadini della Rete in UK, Francia, Norvegia, Svezia, e Danimarca si collega mediante accessi broadband. Il dato è confermato dalle posizioni di vertice che questi stati si sono guadagnati nella classifica stilata dall’OCSE riguardo alla penetrazione della banda larga.
Cosa entusiasma i fruitori della Rete? Non sorprende l’affermazione del 47 per cento degli intervistati, che considera Internet il medium che meglio riesce a garantire l’accesso all’informazione che si desidera e per di più lo fa velocemente.
Il gradimento nei confronti di Internet è comune anche ai netizen italiani, come rivela il Rapporto Censis/Ucsi 2006 sulla Comunicazione in Italia : peccato che Internet in Italia non sia sfruttato che dal 38 per cento della popolazione, una briciola rispetto al 61 per cento del Regno Unito, per citare solo un termine di paragone europeo. Comparazione poco scientifica ma tragicomica, la percentuale di popolazione italiana che fruisce di Internet corrisponde alla percentuale di diffusione fra la categoria degli ultrasessantaseienni americani. Negli USA il 78 per cento della popolazione ha accesso a Internet, con picchi di penetrazione del 99 per cento fra i minori di 19 anni. Un altro fattore grazie a cui Internet riesce ad avere un impatto sulla vita degli europei è il download di musica : il 31 per cento dei netizen europei, almeno una volta al mese, attinge musica dalla Rete. Un altro 15 per cento, il doppio rispetto allo scorso anno, invece, ravvisa nel VoIP un mezzo comodo ed economico per telefonare .
Gli intervistati, inoltre, sembrano gradire la partecipazione ai social network online: almeno una volta al mese il 23 per cento dei netizen europei visita siti che offrono la possibilità di costruire delle relazioni sociali . Per ciò che riguarda il blogging , il primato europeo spetta ai francesi: il 25 per cento di loro, almeno una volta al mese, prende attivamente parte alla blogosfera.
È lungimirante Michael Kleindl, chairman della EIAA, che prospetta un futuro proficuo per il marketing e l’ advertising online : “L’efficacia di Internet come canale per coinvolgere e stabilire delle relazioni con i consumatori non è mai stato tanto evidente”.
Le opportunità di coinvolgere i netizen nelle pratiche di marketing aziendali sono promettenti e appetibili anche sul mercato asiatico .
La ricerca “Blogging Asia” di Microsoft MSN e Windows Live Online Services Business riportata da PRNewswire , ha analizzato i mercati di Hong Kong, India, Corea, Malaysia, Singapore, Taiwan, e Tailandia, dimostrando ampiamente questo trend.
Il 46 per cento dei netizen asiatici è attivamente coinvolto nella blogosfera , e la maggior parte dei prosumer fruisce attivamente dei media personali per costruire e mantenere relazioni sociali ed esprimersi liberamente. Il 74 per cento dei frequentatori di blog asiatici si dimostra interessato e fedele consumatore dei diari personali di amici e familiari, ma si rileva una tendenza in crescita anche nella comunicazione business-to-consumer attraverso blog aziendali , soprattutto in Sud Corea e in India. È questa un’appetibile opportunità per il marketing, e un’occasione per studiare modelli di business che facciano leva sui prosumer di media personali.
I dati riguardo al mercato online asiatico sono ancor più incoraggianti, se si considera che Giappone e Cina non sono stati indagati dalla ricerca di Microsoft. Il mercato della Rete cinese è esplosivo: una ricerca Ipsos che risale all’inizio 2006, ha rintracciato, fra i 110 milioni di utenti Internet cinesi, la media più alta di consumo settimanale pro capite, 18 ore, mentre il Giappone vede connessi nove abitanti su dieci.
Gaia Bottà