Sul sito del suo Ministero il documento più recente relativo alla Carta di Identità Elettronica risale allo scorso giugno, eppure il ministro per l’Innovazione nella Pubblica Amministrazione Luigi Nicolais si dice certo che entro pochi giorni il nuovo documento sarà pronto .
Lo ha dichiarato due giorni fa a Reggio Calabria: “Stiamo lavorando per renderla operativa entro l’anno. Costerà di meno, al massimo 20 euro rispetto ai 30 previsti e, soprattutto, non conterrà dati sensibili. Non sarà solo uno strumento di identificazione ma diventerà la chiave di accesso unica a tutti i servizi della Pubblica Amministrazione”.
Ecco dunque svelato in poche parole il progetto per la “nuova” Carta, di cui si è iniziato a parlare in questo paese nel marzo del 2000 , quando l’allora ministro per la Funzione Pubblica Franco Bassanini dichiarò che sarebbe stata a disposizione degli italiani dall’autunno di quell’anno. Con l’eccezione di alcune sperimentazioni locali e l’introduzione di surrogati elettronici in certe realtà della pubblica amministrazione, da quel momento in poi il progetto del nuovo documento è rimbalzato di dichiarazione in dichiarazione dei ministri competenti fino a quando lo scorso dicembre l’allora ministro all’Innovazione Lucio Stanca ammise che il progetto era destinato a saltare . Solo pochi giorni fa l’associazione dei comuni italiani ANCI parlava di progetto “a rischio naufragio”.
Nicolais però ora ostenta sicurezza. “L’Italia – ha dichiarato – si trova ad un buon punto nel confronto europeo: siamo alla pari e, in alcuni casi, persino in vantaggio rispetto ad altri paesi”. A suo dire proprio la Carta di Identità Elettronica è “un buon esempio di innovazione”. Al punto che “questo progetto – ha sottolineato – è seguito con molta attenzione dagli inglesi, prova evidente della nostra competitività nel campo dell’innovazione”. Va detto però che in UK la mobilitazione popolare contro questo genere di documento si è consolidata al punto da rendere arduo per l’amministrazione di Tony Blair proseguire su questa strada. Una mobilitazione e un dibattito del tutto inesistenti in Italia .
Da quanto viene affermato ora dal Ministero, però, la nuova Carta per come è concepita supera con un balzo i maggiori problemi per la privacy dei cittadini. Il Garante per la privacy già nel 2001 metteva in guardia gli italiani contro i possibili rischi dell’inserimento di dati sensibili e biometrici nel documento digitale (vedi: Speciale/ Carta di Identità Elettronica ). L’assenza di dati sensibili nella nuova Card potrà forse limitarne l’utilità rispetto al progetto originario, ma potrebbe andare incontro all’esigenza di sicurezza e controllo dei propri dati espressa da quei pochi che fin qui si sono interessati alle conseguenze dell’introduzione di un documento di questo tipo.
Rimane però del tutto aperta la questione dei costi della Carta . Lo sottolinea ADUC che in una nota ricorda come oggi una carta di identità costi al cittadino poco più di 5 euro contro i 20 che richiederà il nuovo documento elettronico. ADUC ne parla come di un affare , non a vantaggio del cittadino però: “A noi era stato insegnato che la tecnologia, in particolare l’informatica, ci avrebbe semplificato la vita in moti aspetti, tra cui i costi ridotti, e non di poco. Ma quando c’è di mezzo la pubblica amministrazione, il mondo gira al contrario”.
Occorrerà attendere il varo definitivo del nuovo documento per comprendere fino in fondo non solo le ragioni di un aumento così elevato del costo del documento, ma anche quali siano i nuovi servizi a cui consentirà di avere accesso.