iTunes, Forrester rilegge le proprie dichiarazioni

iTunes, Forrester rilegge le proprie dichiarazioni

L'autore dello studio che dava in calo iTunes sostiene che ci sono interpretazioni forzate della situazione. The Register all'attacco: è il risultato della pressione di certi soggetti. Apple: iTunes va bene, anzi benissimo
L'autore dello studio che dava in calo iTunes sostiene che ci sono interpretazioni forzate della situazione. The Register all'attacco: è il risultato della pressione di certi soggetti. Apple: iTunes va bene, anzi benissimo

Sì, esiste un segnale di rallentamento ma le ricerche effettuate sono ancora troppo poco estensive per dare un quadro completo, tantomeno per ritenere che per le vendite di musica digitale stia suonando la campana. Questo, in estrema sintesi, l’ intervento di Josh Bernoff sul proprio blog, con cui l’autore di un controverso studio sulle vendite dello shop di Apple iTunes Music Store cerca di fare chiarezza.

“Le vendite di iTunes – dichiara Bernoff – non stanno crollando”. Bernoff parla del suo studio come di un piccolo report in cui spiega come le vendite di iTunes si stiano stabilizzando dopo lunghi mesi di crescita e, sottolinea, per Apple questo significa poco: la Mela trae la grossa parte dei propri profitti dalle vendite del player multimediale iPod e non certo da iTunes, come peraltro la stessa azienda ha più volte confermato.

L’acqua sul fuoco Bernoff l’ha gettata a poche ore di distanza da uno statement ufficiale con cui Apple ha spiegato che iTunes non solo va bene, ma va benissimo, negando che Forrester possa avere la situazione chiara sui profitti dello store. Uno statement richiesto, in un certo senso, dall’ampia eco avuta dallo studio di Bernoff inizialmente riportato da The Register e dal calo del 3 per cento, peraltro del tutto temporaneo, dei titoli Apple.

Lo stesso Bernoff dichiara di essere stato contattato da Apple (“sebbene si rifiutino di fornire qualsiasi dato, sono chiaramente arrabbiati”) e poi via via da tutto il gotha della stampa on e off line americana. “A questo punto – spiega Bernoff – ho cercato di far capire che il punto non era la contrazione del 65 per cento delle vendite (“65% drop”) ma altri dati” riportati dal piccolo studio. Bernoff però si leva un sassolino dalla scarpa sostenendo che la mancata disponibilità di Apple di dire qualsiasi cosa su ciò su cui lavorano o comunicare qualsiasi risultato al di là delle statistiche di base “stimola le speculazioni, pro e contro, da parte dei loro supporter come dei loro detrattori”.

A Bernoff ha risposto subito lo stesso The Register sostenendo che l’autore dello studio sta cercando di prendere le distanze dai propri risultati. L’ezine, che Barnoff schernisce sul proprio blog, conclude il proprio articolo così: “È un peccato che assediati da soggetti che hanno interessi colossali, e dalla propria agenda, Forrester voglia sminuire le implicazioni del proprio importante lavoro e si trovi infine a gestire la situazione per conto di Apple”.

Finirà qui la polemica? Si può sperare. Slyck.com sottolinea in queste ore: “Per qualche inesplicabile ragione, queste notizie hanno portato ad una polemica molto accesa, nonostante molti altri articoli similari abbiano suggerito rilevazioni del tutto simili dalla fine del 2005”. E, numeri alla mano sullo scambio di file sulle piattaforme del peer-to-peer, chiosa: “E così mentre Apple, Forrester e i media mainstream si rincorrono, chiedendosi se iTunes sia ancora una forza dominante, la comunità del file sharing siede e ride, perché la vera domanda è se iTunes costituisca una briciola o due briciole nell’uso generale dei media online”.

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Pubblicato il
15 dic 2006
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