Il costo della connettività italiana

Il costo della connettività italiana

Prosegue il dibattito scaturito dall'articolo sull'handicap tariffario degli italiani. C'è chi non lo giudica disastroso. Ecco perché
Prosegue il dibattito scaturito dall'articolo sull'handicap tariffario degli italiani. C'è chi non lo giudica disastroso. Ecco perché


Roma – Egr. Sig. Mondi, il Suo interessante e ponderato articolo, pubblicato su PI del 26/06/02 Internet è l’handicap degli italiani , mi ha spinto a fare una riflessione ulteriore sul motivo della discrepanza tra i tempi di connessione in rete di un utente italiano rispetto ad uno statunitense: 1 su 3, come Lei ha riferito nello scritto.

Considerato quanto Lei ha detto a conclusione dell’articolo (“Loro con la flat-rate ci sono nati e ci hanno costruito internet”) non mi sembra proprio che questa proporzione sia così deprimente nei nostri confronti.

Un rapporto 1/10 o 1/20 potrebbe essere valutato come disastroso, ma 1/3 è grosso modo la stessa proporzione che esiste tra le condizioni economiche di accesso a tempo e in flat tra i due paesi.

Un esempio. Nella mia famiglia 4 componenti su 5 usano frequentemente internet. Fino a quando è esistita la flat-rate il nostro collegamento mensile (pur tra le note difficoltà di accesso) è stato, nell’arco dei sette mesi di connessione, di 158 ore/mese, mentre adesso, con la tariffa a tempo, esso “naviga” intorno alle 45 ore/mese con dei costi enormemente superiori. Come vede, siamo vicini allo stesso rapporto che lega, su un campione statistico molto più ampio, gli utenti italiani, costretti per ragioni monopolistiche ancora irrisolte a usare internet con parsimonia (“…sperando che alla fine del bimestre la bolletta non sia troppo salata…”), e quelli americani liberati da sempre da questo giogo odioso da sopportare.

Grazie, distinti saluti

ing. Giuseppe Matarazzo
Canicattini Bagni (Siracusa)

Gentile Giuseppe, grazie per la sua lettera. Possiamo naturalmente non essere d’accordo sulla gravità della situazione, e in parte forse sulla sua inevitabilità in un mercato fortemente condizionato da quello che impropriamente viene definito “ex monopolio”. Certo quanto accaduto nella sua famiglia, che sembra appunto uno specchio esatto di quanto succede in Italia, dovrebbe far riflettere coloro che in questi giorni stanno approvando stanziamenti per lo sviluppo della Società dell’Informazione pari a meno di un terzo del necessario. Un saluto, Gilberto Mondi

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Pubblicato il
3 lug 2002
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