Dopo che la rivista Time ci ha eletto tutti come uomini dell’anno , mi viene ancora più facile sottolineare come l’importanza del singolo individuo si manifesti in modo preponderante anche a proposito dei motori di ricerca. Anzi, credo che, in certo senso, siamo ormai tutti dei motori di ricerca . Vediamo perché.
Innanzitutto i contenuti generati dagli utenti, alimentano in modo sempre più marcato gli archivi dei motori di ricerca. E non mi riferisco solo ai blog, ma anche a tutti i contenuti come i forum, i siti di condivisione di immagini, audio e video, per i quali la maggior parte del materiale indicizzato è prodotto e distribuito da persone e non da aziende o editori. In questo ambito, rientrano anche i siti come Wikipedia , non solo perché alimentati dagli utenti, ma anche perché fortemente presenti nella Top10 dei risultati di Google, Yahoo! e degli altri search engine .
Ognuno di noi è poi in grado di influenzare decisamente il ranking , ossia la graduatoria con la quale sono presentati i risultati. Infatti, considerando che la quantità di link che una pagina web riceve da altri siti è uno dei criteri più importanti per stabilire la classifica dei risultati, i blog sono una tipologia di siti che incide fortemente sul ranking di tutto il web. Robert Scoble, un tempo il blogger di punta di Microsoft e ora attivo con la sua azienda PodTech, arriva anche ad affermare che è proprio Microsoft, potenzialmente, la più grande agenzia SEO ( search engine optimization ) al mondo, per il fatto che i suoi 3.000 blogger potrebbero istantaneamente posizionare al top qualsiasi pagina decidessero di linkare tutti insieme.
Siamo poi motori di ricerca quando attraverso le nostre raccolte su del.icio.us o le nostre segnalazioni su My Favorites di Technorati, ad esempio, fungiamo da filtri alle informazioni per altre persone come noi. Potendo poi taggare (ossia assegnare un termine descrittivo) anche i contenuti creati da altri (penso ai video su YouTube o alle foto su Flickr), diventiamo rilevanti anche nella categorizzazione delle informazioni. Proprio la scorsa settimana in un convegno a Torino, Gino Roncaglia ha evidenziato che il tanto discusso “web semantico” è stato praticamente acquisito e conquistato dalle persone .
Oltre ad influenzare i motori di ricerca, ne possiamo creare di nostri. Praticamente è possibile organizzare una lista di siti e poi fare in modo che le ricerche vadano a pescare solo nell’ambito dei siti selezionati. È una funzione messa a disposizione sia da Google (si chiama Google co-op ) che da Microsoft con Live Search , quest’ultimo con la possibilità di aggiungere altre opzioni (chiamate macro ) e di implementare questo motore di ricerca personalizzato sul proprio sito. Google Co-op è stato utilizzato, ad esempio, per creare un search engine ristretto a circa 5.000 siti veneti ( Xcerca.it ), oppure come supporto ad una tesi di laurea sul Web 2.0.
Se poi interessa diventare un vero e proprio solutore delle domande poste dalle persone, allora niente di meglio di Yahoo! Answer , dove chiunque può porre le domande e, soprattutto, qualsiasi utente può rispondere. Più “motore di ricerca” di così…
Mauro Lupi
Mauro Lupi Blog
Nota: Mauro Lupi è co-fondatore e presidente di Ad Maiora
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