Web 2.0: l'impatto globale parte dai blog

Web 2.0: l'impatto globale parte dai blog

di Mauro Lupi - Non solo i blog conquistano in mezzo mondo sempre più visitatori ma in molti paesi sono la vera ossatura del Web 2.0, ormai divenuto fenomeno di massa. E l'Italia? In prima fila, con i numeri più alti
di Mauro Lupi - Non solo i blog conquistano in mezzo mondo sempre più visitatori ma in molti paesi sono la vera ossatura del Web 2.0, ormai divenuto fenomeno di massa. E l'Italia? In prima fila, con i numeri più alti

Universal/McCann ha rilasciato a fine dicembre 2006 lo studio Web 2.0: The Global Impact , probabilmente una delle ricerche più complete svolte finora a proposito del Web 2.0, con oltre 16.000 persone intervistate in 15 nazioni.

La scelta metodologica è stata quella di analizzare un panel composto dai cosiddetti heavy user , ossia persone che si collegano ad internet giornalmente o ogni due giorni, nella fascia 16-44 anni. Questo approccio è motivato dal fatto che tali utenti sono quelli che meglio possono rappresentare il valore e la percezione del Web 2.0 in tutte le sue forme, oltre al fatto che la consistenza numerica di tale segmento è circa la metà del totale degli utenti online in quasi tutte le nazioni analizzate.

Il primo elemento che emerge dalla ricerca è che il Web 2.0 è un vero fenomeno globale, non solo in termini geografici, ma in quanto modificatore della vita sociale di una quantità considerevole ed in forte crescita di individui. Emerge quindi una rilevanza del fenomeno non solo per i media , la pubblicità e le telco, ma per l’intera società, la quale sta sviluppando una vera e propria “cultura globale della condivisione”.

In linea generale, le differenze che emergono tra le diverse aree geografiche, mostrano l’Asia più attiva nello sviluppo di contenuti, soprattutto per via della passione per i blog personali, mentre l’Europa e gli Stati Uniti privilegiano l’entertainment e il social networking.

Penetrazione dei blog In questo articolo vorrei segnalare in particolare i risultati dello studio in merito ai blog , non a caso considerati “l’epicentro del Web 2.0” e cui è dedicato il capitolo d’apertura. La ricerca mostra chiaramente l’impatto dei blog sul campione analizzato, con una penetrazione media del 48% di lettori. Interessante il fatto che in questa classifica percentuale di lettori di blog (vedi immagine a lato), l’Italia si collochi al primo posto con un valore attorno all’80%. La figura mostra altresì che nel nostro paese è minore l’attenzione ai blog “personali” rispetto al totale dei blog visitati.

Significativa è anche la verifica dell’interattività dei lettori dei blog, dalla quale risulta che circa il 30% degli intervistati usa scrivere nei commenti. Comparato col fatto che globalmente i lettori sono il 50%, significa che in media due lettori su tre intervengono nei commenti (dato peraltro confermato da una ricerca di Nielsen/BuzzMetrics del 2006 da cui risultava che il 30% dei post ha almeno un commento).

Oltre il 20% degli intervistati che attualmente non hanno un blog, pensano di aprirne uno in futuro. La percentuale è superiore al 35% per Italia e Spagna. Naturalmente, tutti i dati espressi percentualmente vanno anche considerati in funzione del loro valore assoluto che porta Stati Uniti e Cina a rappresentare numericamente oltre la metà della popolazione analizzata.

La ricerca conclude l’esame dei blog, stimandone una quantità complessiva di circa 80 milioni, sempre considerando gli heavy user nella fascia di età 16-44.

Si può scaricare qui il report della ricerca. Ulteriori informazioni possono essere richieste alla divisione Digital di Universal McCann .

Mauro Lupi
Mauro Lupi Blog

Nota: Mauro Lupi è co-fondatore e presidente di Ad Maiora

Tutti gli interventi di M.L. sono disponibili a questo indirizzo

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Pubblicato il
6 feb 2007
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