“Ci avete derubato dell’età dell’innocenza”. In questi termini si è indignato un morigerato pediatra, scagliandosi contro la Rete, e contro le insidie che Internet sembra tendere contro giovani e bambini. La dichiarazione, riportata da Associated Press , correda la notizia della pubblicazione di uno studio della University of New Hampshire, che ha analizzato la relazione tra minori e pornografia in Rete.
L’infanzia e l’adolescenza, al di là dello sdegno del pediatra di cui sopra, sembrano essere diventate età smaliziate. L’esposizione alla pornografia, infatti, non sembra tangere i giovani intervistati, un campione di 1500 ragazzi americani fra i dieci e i diciassette anni, il 42 per cento dei quali dichiara di essere incappato, incidentalmente o meno, in immagini pornografiche online.
È una scocciatura e niente più per i due terzi di loro, che spesso sbuffano di fronte ad uno schermo che si affolla di popup, di fronte ad email sature di inviti tentatori. Ma soprattutto, sostengono i ricercatori, l’esposizione indesiderata alla pornografia avviene nel momento in cui i ragazzi sono intenti ad utilizzare non ben precisati “programmi di file sharing per il download di immagini”… Alcuni dei ragazzi intervistati sembrano essere consapevoli del distinguo tra sesso e pornografia e molti di loro, se hanno strabuzzato gli occhi al momento del primo contatto con immagini pornografiche, dimostrano ora indifferenza.
Altri, fra gli intervistati, non negano di aver approfittato dell’immediatezza dell’online per fruire di materiale pornografico: un terzo fra i ragazzi e l’otto per cento fra la ragazze di sedici e diciassette anni, affermano di aver ceduto alla curiosità. Ciò accade anche per il 19 per cento dei ragazzi e per il 7 per cento dei bambini italiani, i quali, rivela il Settimo Rapporto Nazionale sulla condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza di Telefono Azzurro e Eurispes, cercano in Rete “cose proibite”.
Ma gli psichiatri avvertono: se l’interesse nei confronti del sesso può essere considerato normale, i minori, soprattutto quelli nelle fasce di età più basse, “vedono cose che non sono preparati a vedere”. Una situazione che potrebbe provocare loro dei traumi, renderli sessualmente attivi prima dei tempi, esporli al rischio di essere contattati da infidi sfruttatori.
Un’osservazione riguardo alla metodologia: i ricercatori americani, nello stilare il questionario e nel somministrare le interviste, riporta Associated Press , hanno racchiuso nella categoria “pornografia” anche le più velate immagini di nudo. Èquesto lo stesso raggio d’azione in cui opera il Child Online Protection Act , la legge statunitense che intende salvaguardare i più giovani dalle insidie che si annidano in Rete. Insidie che, su Internet, sembrano fare più paura che altrove: le immagini pornografiche online sono considerate dagli stessi ricercatori “più estreme rispetto ad immagini pornografiche provenienti da altre fonti”.
I ricercatori non offrono soluzioni alla questione: si ripropongono ulteriori indagini, viste le dimensioni del fenomeno, in netto aumento rispetto all’indagine portata avanti nel 2000. Avvertono che attenersi alle raccomandazioni degli educatori e utilizzare i software di filtraggio aiuta a ridimensionare il problema, ma non lo risolve, e segnalano l’urgenza di provvedimenti che “limitino e regolamentino l’uso delle strategie invasive e ingannevoli con le quali la pornografia si fa pubblicità online”.
È probabile che i dati emersi dall’analisi dei ricercatori della University of New Hampshire mettano in allarme genitori “non connessi” e istituzioni a tutela dei consumatori poco informate, che spesso identificano la Rete come un mare magnum minaccioso contro il quale inveire. Si attendono sviluppi su questo fronte, e non si esclude che all’orizzonte si prospetti una delle innumerevoli crociate censorie, con le quali il mondo politico spesso ama imbellettarsi.
Non mancano, però, le iniziative meno draconiane e meno superficiali: oggi si celebrerà il quarto Safer Internet Day , una manifestazione che raccoglierà oltre cento organizzazioni di quaranta paesi del mondo, per una Rete più sicura. Questa rete cooperativa, ha rivelato Telefono Azzurro , partner italiano dell’iniziativa, sembra smuovere le coscienze e promuovere la consapevolezza: le hotline che raccolgono le segnalazioni di contenuti illegali e pericolosi su Internet (per l’Italia, Hot114 ) sono state impegnate, nel 2006, a gestire 850.000 segnalazioni, oltre il 60 per cento in più rispetto a quelle del 2005.
Gaia Bottà