In Turchia bloccato l'accesso a YouTube

In Turchia bloccato l'accesso a YouTube

Mentre gli esuli tibetani si apprestano a ricordare tramite YouTube il giorno della resistenza, il principale operatore turco conferma: un tribunale ci ha imposto di filtrare il traffico verso il portale del video sharing
Mentre gli esuli tibetani si apprestano a ricordare tramite YouTube il giorno della resistenza, il principale operatore turco conferma: un tribunale ci ha imposto di filtrare il traffico verso il portale del video sharing

I video che gli utenti pubblicano su YouTube sono scomodi per molti governi e ora anche la Turchia ha deciso di iscriversi nel club dei paesi che cercano di ostacolare la libera fruizione del portalone di video sharing. È notizia di queste ore, infatti, che un tribunale turco abbia imposto al principale operatore del paese, Turk Telekom, di filtrare l’accesso al sito , di fatto impedendo a moltissimi utenti turchi di vedere i video che vi sono pubblicati.

Stando a quanto riporta AP , la decisione è stata presa da un procuratore perché sul sito sarebbero stati pubblicati dei video ingiuriosi nei confronti di Mustafa Kemal Ataturk , considerato il padre della Turchia moderna, deceduto nel 1938.

A procedere, evidenzia BoingBoing , è stato il Tribunale penale di Istanbul, con l’imposizione di un filtro che però non coinvolge l’intera rete turca . Come ha confermato anche il presidente di Turk Telekom Paul Doany, è ancora possibile accedere a YouTube sfruttando la connettività offerta da altri operatori, ma potrebbe non durare.

“Non siamo nella posizione di dire se ciò che YouTube ha fatto sia un’offesa, o se è giusto o sbagliato – ha sottolineato Doany – Ci è stata comunicata la decisione di un tribunale e noi stiamo facendo quello che ci è stato chiesto”. Chi si collega ora a YouTube da Turk Telekom riceve al posto del sito un messaggio che avverte della censura, riprodotto qui sotto.

Bits of News collega quanto accaduto ad una sorta di “guerra virtuale” che, pubblicizzata dai media turchi, si sarebbe svolta in questo periodo anche su YouTube tra utenti turchi e greci, che hanno rispolverato per l’occasione le vecchie rivalità sfruttando peraltro quel meccanismo del portale americano che consente di “rispondere” con un video ai video pubblicati.

La “pietra dello scandalo” starebbe nell’uso del termine “gay” come insulto rivolto a Ataturk e ai turchi, ed un blogger presenta un video che sostiene essere quello che ha provocato questa censura. In realtà cercando su YouTube sono molti i video che associano il nome “Kemal” al termine “gay”.

Quanto accaduto, naturalmente, suscita le perplessità di molti per varie ragioni, a partire dalla volontà della Turchia di entrare nell’Unione Europea, entità politica che, almeno sulla carta, rigetta questa forma di censura, pur con plateali eccezioni . BoingBoing fa anche notare come questa censura arrivi proprio nelle settimane in cui sui media statunitensi si sprecano le pubblicità turche che promuovono il turismo americano nel paese.

Che YouTube possa dar fastidio lo hanno pensato anche gli esuli tibetani , che hanno intenzione di celebrare tramite YouTube l’anniversario del giorno della resistenza. Accadrà il 10 marzo, ricordando quel 10 marzo del 1959 nel quale migliaia di tibetani furono uccisi dalle truppe di occupazione cinesi nel tentativo di impedire ai soldati di arrestare il Dalai Lama. Un sito sta raccogliendo questi video, March10.org , invitando tibetani e simpatizzanti a organizzare eventi e manifestazioni in tutto il Mondo. Un’operazione che di certo non risulterà gradita al regime cinese.

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Pubblicato il
8 mar 2007
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