Washington – Yu Ling ha percorso la distanza che separa la Cina da Washington per portare Yahoo alla sbarra , costringerlo ad ammettere le proprie responsabilità e a chiedere scusa per quanto accaduto al marito . Wang Xiaoning è stato arrestato dalla polizia cinese e infine condannato a 10 anni di galera grazie all’aiuto offerto dal portale, che ha comunicato alle autorità comuniste i dati degli account email dell’uomo, dati che hanno portato alla sua identificazione e alla successiva cattura.
Wang è stato condannato al lungo periodo di prigionia a causa di quelli che il regime pechinese ha definito “articoli sovversivi” che l’uomo ha “distribuito in rete”.
Yahoo, come d’altronde molti altri grandi nomi della rete, è da tempo accusato di collaborazionismo con il regime cinese . La sua difesa, come quella degli altri player occidentali che operano in Cina, verte da sempre sul fatto che per operare in quel paese non si può fare proprio altrimenti , collaborare con la polizia, cioè, è inevitabile. Altra considerazione che i big della rete portano come giustificazione per il proprio comportamento riguarda il dovere di essere presenti in Cina, altrimenti milioni di cittadini di quel paese sarebbero privati dei benefici dell’accesso a moltissimi contenuti.
Va detto che Yahoo, ad ogni modo, sembra intenzionata a lavorare in maniera attiva per promuovere la libertà di espressione proprio in quelle zone del pianeta dove essa è più bistrattata .
Le buone intenzioni non hanno però fermato il viaggio di Yu Ling, che è decisa a costringere Yahoo! a quella che suonerebbe come una clamorosa ammissione di colpa , il pagamento dei danni e le scuse per il dispiacere provocato alla sua famiglia, com’è tradizione pretendere nella cultura cinese.
Alfonso Maruccia