Roma – È tornato in auge in questi giorni l’acronimo ICE, che sta per “In Case of Emergency”. Legata ad una campagna sociale lanciata circa due anni fa, l’idea è quella di dare ai soccorritori, intervenuti durante un’emergenza, la possibilità di mettersi in contatto con un parente, qualora la persona soccorsa non sia in grado di fornirla.
Secondo quanto riportato da Wikipedia e da un articolo BBC , l’idea è stata lanciata nel 2005 dal paramedico britannico Bob Brotchie, che propose l’introduzione della consuetudine di memorizzare, sul telefono cellulare, il numero di un familiare o di un amico da contattare in caso di emergenza (“in case of emergency”, appunto) e qualora la persona coinvolta si trovasse impossibilitata a farlo in prima persona.
A far tornare d’attualità l’argomento sono state le dichiarazioni del responsabile del 118 di Milano che si è detto favorevole all’uso di memorizzare sul cellulare un numero da poter contattare – in caso di incidente – sotto l’acronimo ICE. “Spesso – ha spiegato – accade che il cellulare sia l’unico oggetto integro trovato addosso a un ferito grave e non cosciente. Per i soccorritori chiamare quel numero diventerebbe il modo più veloce e sicuro non solo per identificarlo, ma anche per trovare informazioni sanitarie importantissime: il gruppo sanguigno, eventuali malattie o allergie ai farmaci”.
“Consiglio a tutti – ha aggiunto – di memorizzare sul telefonino un numero da chiamare in caso di emergenza con la sigla universale. È una proposta di cui potrebbero farsi promotori, insieme a noi, le istituzioni e gli organi di informazione”. Naturalmente, nel frattempo si è mossa la Rete: numerosi sono infatti i messaggi email, ricevuti anche dalla redazione, che parlano dei numeri da memorizzare sotto l’acronimo ICE. Si tratta di un semplice passaparola divulgativo, di cui Punto Informatico riporta il testo, per fugare ogni sospetto che dietro a questi messaggi possano esistere catene di Sant’Antonio:
“Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile. Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile dei numeri della rubrica.
Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l’idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare in caso d’urgenza sotto uno pseudonimo predefinito.
Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (=In Case of Emergency). È sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare utilizzabile dagli operatori delle ambulanze, dalla polizia, dai pompieri o dai primi soccorritori.
In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare ICE1, ICE2, ICE3, etc.
Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile.
Se pensate che sia una buona idea, fate circolare il messaggio di modo che questo comportamento rientri nei comportamenti abituali”.