L'Australia legalizza i chip cracca-PlayStation

L'Australia legalizza i chip cracca-PlayStation

Con una sentenza contro corrente un tribunale australiano dà torto a Sony e legittima così di fatto l'uso dei mod-chip sulla PlayStation
Con una sentenza contro corrente un tribunale australiano dà torto a Sony e legittima così di fatto l'uso dei mod-chip sulla PlayStation


Melbourne (Australia) – D’ora in avanti gli australiani che desiderano “chippare” la propria PlayStation potranno farlo alla luce del sole, senza più timore di violare la legge. A legalizzare di fatto l’uso dei cosiddetti “mod-chip”, chippetti che permettono di leggere giochi copiati e/o d’importazione, è la sentenza con cui una corte federale ha messo fine ad un contenzioso fra la divisione locale di Sony e un commerciante australiano che vendeva e installava “modifiche” per la PlayStation.

Il tribunale australiano ha assolto il commerciante dall’accusa di infrangere la legge sul copyright e, così facendo, ha creato un importante precedente. La sentenza, che va contro corrente rispetto a quelle emesse in altri paesi, fra cui la Gran Bretagna, sembra dunque sancire il diritto per i consumatori australiani di poter far girare giochi d’importazione e copie di backup dei propri CD e DVD.

L’Australian Competition and Consumer Commission (ACCC), che ha aiutato il commerciante nella disputa legale, sostiene che il codice regionale imposto da Sony nei suoi giochi danneggia il consumatore e gli impedisce di poter acquistare i giochi a prezzi più competitivi.

“Grazie alla possibilità di chippare legalmente le proprie console, i consumatori australiani – ha scritto in un comunicato la ACCC – possono ora giocare legittimamente a qualsiasi titolo acquistato oltre oceano e sono autorizzati a far girare copie di backup”.

Sony, che si è detta assai contrariata della sentenza, ha fatto sapere che ricorrerà in appello.

Come si ricorderà, verso la fine dello scorso anno Sony riuscì a far chiudere i siti di alcuni dei più noti produttori inglesi di mod-chip chiamando in causa la legge inglese “Copyrights, Designs and Patents” secondo cui è illegale produrre, importare, vendere, noleggiare o pubblicizzare dispositivi che aggirino o infrangano le protezioni anti-copia. Una legge che ha per altro un equivalente in quasi tutti i paesi occidentali, compresa l’Italia.

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Pubblicato il
30 lug 2002
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