Hitachi sviluppa lo scanner cerebrale portatile

Hitachi sviluppa lo scanner cerebrale portatile

Rilevare ogni minima variazione dell'attività del cervello con un dispositivo facilmente indossabile. La nuova frontiera del marketing o una risorsa per i disabili?
Rilevare ogni minima variazione dell'attività del cervello con un dispositivo facilmente indossabile. La nuova frontiera del marketing o una risorsa per i disabili?

A quanto pare i tecnici giapponesi della Hitachi coltivano una segreta passione per il cervello umano : quando non sono impegnati a sviluppare hard disk o sistemi RFID , si divertono a studiare tecnologie in grado di interpretare l’attività cerebrale e tradurla in dati registrabili su un computer .

Dopo il trenino elettrico azionato dal pensiero, questa volta presentano il primo sistema per la “lettura del pensiero” tascabile . Una fascia da soli 400 grammi da portare in testa e un controller da 600 da portare alla cintura: questi i componenti di una sorta di walkman che sfrutta la tecnologia della topografia ottica per interpretare l’attività del cervello e registrarla su una memoria flash o, via WiFi, su un computer.

Uno dei dispositivi Il meccanismo su cui si basa la macchina è piuttosto semplice. La fascia deve essere sistemata sulla fronte (vedi foto): attraverso l’emissione di inoffensivi impulsi laser, questa rileva le variazioni del flusso sanguigno all’interno del cervello e le trasmette al controller. I gruppi di neuroni in funzione richiedono infatti un maggiore apporto di zuccheri e ossigeno per il loro sostentamento, e causano dunque una sorta di concentrazione sanguigna negli spazi limitrofi.

Misurando la concentrazione dell’ emoglobina presente nei globuli rossi , l’apparecchio è in grado di stabilire quali parti del cervello siano in funzione in ogni istante. Un singolo computer è in grado di monitorare fino a 24 individui dotati della fascia frontale, permettendo di registrare l’attività cerebrale anche di piccoli gruppi impegnati in attività sociali.

Secondo i ricercatori, questa tecnologia potrebbe essere impiegata nel campo della psicologia e dell’educazione, per approfondire gli studi sul comportamento umano. La nuova disciplina del neuromarketing potrebbe giovarsi inoltre del contributo di questo tipo di informazioni, rivelando quali siano i meccanismi mentali alla base delle decisioni dei clienti e delle loro valutazioni prima e dopo l’acquisto.

E se i primi prototipi di questa macchina facevano pensare ad applicazioni ludiche (OCZ ha presentato un prototipo analogo durante lo scorso CeBIT), la speranza è che questo tipo di prodotti possa risultare utile a garantire maggiore autonomia ai pazienti disabili .

Luca Annunziata

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Pubblicato il
25 mag 2007
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