2008, il Mac tra bilanci e pronostici

2008, il Mac tra bilanci e pronostici

di D. Galimberti - Dal momento che Apple ha già escluso l'arrivo di altre novità hardware per il 2008, è già possibile tirare le somme relative all'anno in corso, in modo particolare per quel che riguarda la piattaforma Mac
di D. Galimberti - Dal momento che Apple ha già escluso l'arrivo di altre novità hardware per il 2008, è già possibile tirare le somme relative all'anno in corso, in modo particolare per quel che riguarda la piattaforma Mac

Per ostacolare il solito proliferare di voci incontrollate, qualche settimana fa, con una mossa inusuale, Apple ha detto chiaro e tondo che da qui alla fine dell’anno non introdurrà alcun nuovo aggiornamento hardware.

I motivi di tale dichiarazione sono facilmente intuibili: l’attesa di nuovi prodotti genera inevitabilmente un rallentamento delle vendite dei prodotti attuali, e visto il periodo di crisi che sta vivendo l’economica mondiale (in particolare quella americana), è meglio evitare qualsiasi notizia infondata che potrebbe portare ad un calo dei profitti proprio nel miglior momento dell’anno, quello dedicato allo shopping natalizio.

Questa presa di posizione da parte di Apple, che ha ufficialmente dichiarato chiusi “i giochi” del 2008, ci offre lo spunto per tirare le somme su un anno che ha visto molte novità, ma anche molte attese disilluse, e ipotizzare le prossime mosse della casa di Cupertino (e, almeno per questa volta, non parleremo di iPod e iPhone).

Cominciamo subito dalle macchine apparentemente più trascurate, quelle destinate al settore professionale. A gennaio sono stati presentati i nuovi Mac Pro e i nuovi Xserve, macchine che non vedevano novità dall’agosto 2006, quando vennero introdotti i processori Intel anche in questa fascia di prodotti.

Nonostante l’aggiornamento tardivo, bisogna comunque riconoscere che i Mac Pro sono le macchine Apple maggiormente configurabili, il che consente agli utenti un ampio margine di scelta e personalizzazione a differenza di quanto accade con tutti gli altri Mac. Se è innegabile che negli ultimi anni Apple si è dedicata sempre di più al settore consumer, dedicando grandi risorse a prodotti che le consentissero di avere un maggior ritorno di immagine, è anche vero che le macchine professionali hanno comunque ricevuto aggiornamenti “importanti”: i Mac Pro introdotti a gennaio consentono di montare due processori quad core (per la precisione degli Xeon 5400) per un totale di 8 core, con doppio front-side bus da 1600 MHz e possibilità di gestire fino a 32 GB di memoria RAM. Nonostante l’età, quindi, non si tratta certo di macchine obsolete.

Difficile dire se vedremo novità sui Mac Pro e Xserve in tempi brevi, ma ci sono alcuni indizi che lasciano presagire degli upgrade non troppo lontani. Guardando agli ultimi aggiornamenti di portatili e monitor, salta all’occhio l’adozione dell’interfaccia video DisplayPort in luogo della consueta porta DVI. Si tratta di uno standard promosso dalla VESA che consente di sfruttare una larghezza di banda di 10,8 Gbit/s con una risoluzione di 2560 x 1600 punti su cavi di lunghezza fino a 3 metri, con un protocollo estendibile che in futuro permetterà di aggiungere nuove funzionalità.

DisplayPort è a tutti gli effetti un concorrente dell’HDMI (col quale condivide gli stessi meccanismi di protezione), che nonostante il supporto dichiarato di molti produttori (tra cui ATI, AMD, Intel, ASUS, Dell, HP, Philips, Samsung ecc.), i costi inferiori di implementazione, nonché alcuni vantaggi tecnologici, ha trovato al momento ben poche applicazioni nel campo dell’elettronica di consumo, probabilmente anche a causa della sua giovane età: questo standard è infatti nato a metà del 2006.

Se Apple ci ha visto giusto, com’è accaduto in passato con la porta USB, DisplayPort è destinato a diventare lo standard del futuro, e in ogni caso è destinato a diventare lo standard dei prossimi prodotti Apple: se tutti i monitor seguiranno la strada del nuovo LED Cinema Display , DisplayPort sarà d’obbligo anche su ogni computer della Mela, e gennaio potrebbe essere il momento giusto per aggiornare la linea delle macchine desktop, in particolare quelle professionali.

Dei nuovi portatili si è già parlato molto ultimamente ( nel bene e nel male , viste alcune scelte poco condivisibili), e vale la pena di soffermarsi giusto per sottolineare che si tratta delle uniche macchine che hanno ricevuto due aggiornamenti nel corso del 2008, come a testimoniare (semmai ce ne fosse ancora bisogno) che il segmento dei portatili ha assunto sempre più importanza negli ultimi anni.

Proprio in base a quest’ultima considerazione, e osservando l’evoluzione dei cosiddetti netbook (portatili di dimensioni ridotte, con potenza limitata, e prezzo contenuto), viene da chiedersi come mai Apple non abbia ancora realizzato un prodotto che possa inserirsi in questo particolare segmento di mercato. Al contrario, da questo punto di vista Apple sembra andare controcorrente: rispetto ai vecchi portatili da 12 pollici i MacBook sono sì più sottili (in particolare il MacBook Air), ma anche sensibilmente più larghi. Come ho già avuto modo di dire in passato, gestire Mac OS X su uno schermo di dimensioni troppo ridotte sarebbe quasi impossibile, ma un portatile con display da 10-11 pollici di adeguata risoluzione, potrebbe far felici tutti quelli che vogliono una macchina più portatile degli attuali MacBook. Il vero grande assente dalla lista degli aggiornamenti del 2008 è però il Mac mini, il cui ultimo upgrade risale all’agosto del 2007, occasione in cui venne aggiornato il processore ma non vennero toccate le altre specifiche hardware (a parte i consueti aggiornamenti alla capacità di hard disk e RAM).

Il Mac mini attualmente in vendita è fondamentalmente lo stesso prodotto immesso sul mercato nel settembre del 2006, il che è un vero peccato visto che si tratta di un sistema dal potenziale elevato, questo anche nell’ottica di conquistare quegli utenti che non desiderano né un portatile né un all-in-one come l’iMac. Questa carenza cronica di aggiornamenti ha fatto sì che il Mac mini fosse dato più volte come prossimo al ritiro dal mercato, anche se non sono mai mancati quelli che confidavano in imminenti e sostanziosi upgrade (che finora non sono arrivati).

Inaspettatamente è stata proprio Apple a mettere la parola fine su questa diatriba, facendo sapere tramite il responsabile dello sviluppo hardware, che chi attende novità sulle sorti del mini deve solo avere ancora un po’ di pazienza: questo significa che il Mac mini continuerà ad essere prodotto, e che l’aggiornamento potrebbe essere molto vicino, magari già a gennaio. Sperando che la porta FireWire venga mantenuta, seguendo le direttive degli ultimi aggiornamenti il nuovo mini dovrebbe continuare ad essere in alluminio, magari con profili neri, grafica integrata Nvidia (molto più potente dell’attuale) e ovviamente DisplayPort.

A completare la lista delle novità in ambito desktop (che, come abbiamo visto, potrebbero arrivare tutte a gennaio) mancherebbe solo l’iMac, il cui ultimo aggiornamento – risalente all’aprile di quest’anno – interessò solo il clock delle CPU.

Ma il Macworld Expo di gennaio dovrà dare spazio ad un altro grande protagonista, di cui fino ad ora si è parlato molto poco: Snow Leopard , nuova major release di Mac OS X. Sarà che il nome scelto sembra una semplice rivisitazione dell’attuale, sarà che la stessa Apple, fino ad ora, non ha ancora puntato i riflettori sulla futura release di Mac OS X, fatto sta che le caratteristiche dell’ormai prossimo Snow Leopard – che, si mormora, potrebbe uscire già nel primo trimestre del 2009 – sono ancora poco conosciute, anche se sulla carta sembrano promettere bene.

Prima di tutto Snow Leopard sarà interamente a 64 bit, il che significa, per esempio, che potrà gestire quantità di memoria RAM attualmente inimmaginabili (teoricamente fino a 16 TB). Inoltre, visto che la tendenza attuale nello sviluppo dei microprocessori è quella di incrementare il numero di core, la prossima release di Mac OS X integrerà un nuovo set di tecnologie, denominate Grand Central , destinate ad ottimizzare la divisione dei task tra i vari core disponibili.

Un’altra tecnologia molto importante che verrà implementata in Snow Leopard è OpenCL, uno standard aperto proposto da Apple per consentire a CPU e GPU di lavorare in parallelo, in modo tale da sfruttare la grande potenza di calcolo degli attuali processori grafici per svolgere compiti general purpose ( GPGPU ).

In pochi mesi il Khronos Group – lo stesso consorzio che promuove OpenGL, e che può contare sul supporto di aziende come AMD, IBM, Intel, NVIDIA, Sun e molti altri ancora ) – ha emesso le specifiche per il nuovo standard promosso da Apple, specifiche che a seguito della dovuta revisione legale potrebbero diventare definitive entro la fine dell’anno, e messe pubblicamente a disposizione di tutti quelli che le vorranno implementare. Tutte queste novità permetteranno a Snow Leopard di girare con prestazioni molto più elevate rispetto ad ora, soprattutto sulle ultime macchine, anche perché la nuova release di Mac OS X sarà all’insegna dell’ottimizzazione del codice.

Il passaggio ad Intel ha eliminato l’ambiente Classic, e il prossimo passaggio sarà l’eliminazione delle librerie Carbon, o quantomeno la drastica riduzione del loro utilizzo. Queste librerie, ricordiamo, furono create per agevolare la transizione da Mac OS 9 a Mac OS X, consentendo agli sviluppatori di realizzare applicazioni che potessero girare nativamente in entrambi gli ambienti. Dopo 8 anni dall’introduzione di Mac OS X, e un cambio di processore che ha tagliato definitivamente i ponti col passato, è giunta l’ora di abbandonare progressivamente l’utilizzo di Carbon, soprattutto in certi elementi del sistema operativo che inspiegabilmente sono ancora realizzati con le vecchie librerie (uno su tutti il Finder , l’equivalente Apple dell’ Esplora risorse di Windows).

Il 2009 si preannuncia quindi come l’ennesimo anno di grandi operazioni per Apple, operazioni che stavolta riguarderanno più da vicino il mondo dei computer da tavolo e porteranno molte innovazioni nel sistema operativo. Anche se manca più di un mese, non resta che aspettare il canonico Expo di gennaio, sperando che stavolta Jobs riesca a sorprendere piacevolmente tutti gli utenti Apple, compresi quelli che da sempre usano Macintosh (e non solo un iPod o un iPhone).

Domenico Galimberti
(Per contattare l’autore scrivere alla redazione )

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Pubblicato il
25 nov 2008
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