iPhone, siamo all'isteria collettiva

iPhone, siamo all'isteria collettiva

L'imminente arrivo del melafonino è un virus che si propaga tra chi già fa la fila dinanzi agli Apple Store con giorni di anticipo o chi si vende il posto in fila. Mentre continuano ad arrivare news vere e presunte sul nuovo giochino
L'imminente arrivo del melafonino è un virus che si propaga tra chi già fa la fila dinanzi agli Apple Store con giorni di anticipo o chi si vende il posto in fila. Mentre continuano ad arrivare news vere e presunte sul nuovo giochino

Il countdown alla vendita di iPhone , ultimo parto di Genio Jobs per la conquista dell’elettronica di consumo da parte di Apple – ex-Computer – Inc., viene scandito da quella sequela di anticipazioni ufficiose, dubbi dell’ultim’ora e fenomeni di isterismo ben noti a chi ha già avuto a che fare con accampamenti e file per acquistare la prima ondata di console di nuova generazione quali Xbox 360 e Nintendo Wii.

Le titubanze di chi non vuole partecipare alla febbre dell’acquisto immediato di iPhone sono ad esempio riportate dall’agenzia di stampa Reuters , che si spinge a sottolineare presunti difetti del gadget tecnologico più atteso del momento. E parla di come per 499 e 599 dollari il gigante delle telecomunicazioni americano AT&T abbia l’esclusiva di vendita delle due versioni di iPhone negli States: pur tuttavia, il melafonino non ha la capacità di far viaggiare le informazioni proprio sulla rete più performante del carrier , quella di terza generazione, che comprende standard quali UMTS e HSDPA.

Come conseguenza principale, la navigazione web, uno dei punti di forza secondo molti di coloro che hanno espresso l’intenzione di sorbirsi il salasso necessario per avere un iPhone, sarà più lenta di quanto accade con dispositivi mobili che funzionano con le reti di altri gestori. Altri ancora mettono in luce il fatto che si tratta pur sempre di una “versione 1.0” di un prodotto nuovissimo, soggetto dunque ad ogni genere di problemi quando gli utenti cominceranno ad usare in concreto il costoso gingillo.

Critiche che non riscontrano però grande seguito. Le contesta tra gli altri Shaw Wu, analista di American Technology Research , secondo cui la rete e la durata della batterie di cui sarà dotato il melafonino sono assolutamente competitive con la concorrenza. L’hype generato dal successo clamoroso dei precedenti prodotti Apple, sostiene Wu, è tale che “quisquiglie” come evidenti difetti e mancanze potrebbero non essere poi tanto importanti, di fronte alla possibilità che iPhone divenga, come iPod, una icona culturale e tecnologica per geek, manager alla moda e teenager troppo informati con genitori facoltosi . Per questo l’analista è convinto che “Apple venderà ogni singolo modello messo in produzione”.

iche? Sul fronte “esagitati” o, come li definisce AppleInsider , “pazzi”, c’è chi delle critiche razionali non sa cosa farsene, preferendo piuttosto accamparsi , alcuni giorni prima della commercializzazione, davanti all’Apple Store della Fifth Avenue a New York City. I due “eroi”, mossi da motivazioni diverse , hanno ad ogni modo lo stesso obiettivo: arrivare prima che l’iPhone sparisca, si prevede con una certa celerità, dagli scaffali dello store. A chi poi sia disposto ad assoldare – dietro un compenso non proprio economicissimo – qualcuno per fare la fila in propria vece, si rivolge il messaggio di un sedicente Professional Line waiter for iPhone .

Gli altri iPhonati americani in queste ore si concentrano sulle prime informazioni relative ai piani tariffari di iPhone : si parla di 35-45 dollari al mese, con una quantità di bit trasferibili illimitata e 2mila, oppure un numero infinito, di messaggini testuali. Nessun dettaglio invece per quanto riguarda il traffico voce tradizionale, anche se si presume che i prezzi saranno in linea o concorrenziali con quelli attuali.

Per chi poi abbia ancora dubbi sulla reale grandezza di iPhone, c’è chi si è preso la briga di fotografare “mani a grandezza naturale” che impugnano oggetti comuni con dimensioni comparabili a quelle comunicate per il melafonino . La lista sembra ad ogni modo rivolta in particolare a chi pecca spesso e volentieri di gola, ritraendo cracker saporiti, barrette di cioccolato – alla nocciola? – e via di questo passo. Che sia un modo come un altro per dire che l’iPhone prende prima di tutto alla gola, e in seconda istanza al portafogli?

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
27 giu 2007
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