Bastano poco meno di 13mila euro , pari a 8.500 sterline, per potersi portare a casa i-Limb , tra le più avanzate mani artificiali poste in commercio. Il cyber-arto è stato sviluppato da una azienda britannica , Touch Bionics , che annuncia di aver già avviato una serie molto positiva di test con una dozzina di pazienti.
“Siamo felici di essere i primi a portare la mano bionica dalla ricerca al mondo reale ” ha annunciato ai microfoni BBC Stuart Mead, amministratore delegato della company britannica: “Abbiamo sempre lavorato per cambiare la vita dei pazienti con gravi menomazioni o disabilità, e sapere di esserci riusciti è esaltante”.
i-Limb si muove grazie agli impulsi captati nei muscoli dell’avambraccio: non necessita quindi di complesse procedure chirurgiche per l’impianto di terminali nervosi artificiali. Al contrario però di altre soluzioni non invasive, la mano artificiale disegnata da David Gow, ricercatore scozzese del servizio sanitario pubblico , è in grado di muovere in maniera indipendente le cinque dita, nonché effettuare prese salde o delicate a seconda dell’uso.
“Sono rimasto davvero impressionato dalla velocità con la quale si impara a svolgere delle azioni con i-Limb ” sottolinea Donald McKillop , saldatore scozzese che perse 30 anni fa una mano sul lavoro e che è stato tra i primi a testare la nuova mano bionica: “La cosa più importante è il movimento delle dita , che è quello che fa davvero la differenza. È davvero incredibile – conclude Donald – afferrare quegli oggetti che non ero più in grado di raccogliere prima”.
Il costruttore pone l’accento sulla possibilità, ad esempio, di opporre pollice ed indice per la cosiddetta “presa della chiave”: è possibile stringere tra le due dita oggetti sottili, come appunto una chiave o una moneta, senza che questi sfuggano per una presa troppo debole. Il tutto grazie al design del pollice, capace di ruotare per collocarsi, proprio come in una mano vera, in varie angolazioni rispetto alle altre dita e al palmo.
Al contempo, la presa resta abbastanza delicata da permettere un uso naturale. Secondo Juan Arredondo , sergente dell’esercito USA che ha perso una mano in Iraq, è possibile ” afferrare un bicchiere di plastica senza accartocciarlo . Con la mia mano precedente dovevo concentrarmi davvero molto per misurare la forza che esercitavo sul bicchiere”. Juan è davvero entusiasta della sua nuova mano che, sostiene, non smette di stupirlo ogni giorno .
Ma i-Limb risulta molto soddisfacente dal punto di vista estetico : la struttura meccanica è rivestita da un “guscio” di silicone, la cui forma è stata disegnata al computer per garantirne la massima naturalezza. Lindsday Block , suo malgrado una sorta di esperta di protesi a causa di un difetto congenito al braccio sinistro, ne è assolutamente certa : “Quando utilizzo i-Limb , sono convinta che qualcuno che non mi conosce non immaginerebbe mai che non è la mia vera mano “.
Chissà, si domanda qualcuno , se queste protesi diverranno talmente perfezionate da desiderare di sostituirle al proprio arto originale , proprio come in un racconto cyberpunk ?
Luca Annunziata