Ricostruisce nei dettagli la vicenda tecnica e legale di Operazione:Pretofilia il noto provider di servizi di hosting TopHost , una vicenda in cui si è trovato coinvolto suo malgrado, in quanto ospitava anche quelle pagine che, come ricorderanno i lettori di Punto Informatico , sono state sottoposte a sequestro preventivo nel tentativo – fallito – di fermare la diffusione online del videogame realizzato da Molleindustria .
In una nota, TopHost spiega che proprio mentre il parlamentare UDC Luca Volonté si faceva promotore di una censura del videogame, attraverso i propri servizi Topweb veniva registrato “un sito denominato www.lucavolonte.eu dal contenuto a prima vista simile a quello autentico dell’On. Luca Volonté (www.luca-volonte.it) ma a sfondo satirico e che offre la possibilità di giocare on line proprio con il famoso giochino (…)”
E così il 9 luglio scorso, la Polizia Postale di Frosinone, per ordine di un magistrato del Tribunale di Roma, ha provveduto a sequestrare il sito in via preventiva , “ovvero prima di ogni reale giudizio di merito”, sottolinea Tophost. Il sequestro veniva effettuato dalla PolPost perché i server sono localizzati in Italia. “Il giorno dopo – ricorda il provider – il sito riappare sul dominio http://www.luca-volonte.com con il medesimo contenuto (anzi perfino più satirico), ma questa volta localizzato su server americani. Anche su questo sito è possibile giocare al giochino incriminato”.
“Lungi dal voler entrare nel merito delle attività satiriche e delle relative decisioni giudiziarie che ruotano attorno a Operazione Pretofilia, pur avendo le nostre precise opinioni in merito – afferma dunque Umberto Lombardi , amministratore unico di Tophost – ciò su cui vogliamo porre l’attenzione è che mentre il sito www.lucavolonte.eu ospitato in Italia da Tophost è stato sequestrato in pochi giorni in via preventiva, il sito www.luca-volonte.com, ospitato negli Stati Uniti è ancora, a quasi un mese di distanza, regolarmente attivo e funzionante. Tutto questo non può che portare all’inquietante conclusione che chiunque decida di dar vita a un sito scomodo, satirico o contestatorio, lo possa fare a patto di servirsi di un fornitore di hosting straniero. Riflessione, questa, che in un’era di globalizzazione e internazionalizzazione – in termini politici, economici, culturali – stona non poco. L’Italia come la Cina? Forse anche peggio, da questo punto di vista”.
La questione è scottante . Come dimostrano non uno, ma numerosi casi di cronaca anche recenti, la temuta obsolescenza dell’ordinamento italiano ha già iniziato a dare i suoi frutti. Non solo dagli USA le azioni italiane in questa vicenda non possono che sembrare pura e semplice censura , ma proprio dagli USA il sito satirico LucaVolonte.com continua a trasmettere la propria satira, peraltro inventandosi notevoli variazioni sul tema. Una questione, quella dei sequestri sul web italiano, che la politica nostrana non sembra propensa ad affrontare, ma che ogni giorno che passa a molti sembra evidenziare le difficoltà del Belpaese di star dietro alla rivoluzione della conoscenza e dell’informazione innescata dall’avvento di Internet.