Quelli di CostoZero hanno colpito ancora: a margine di un ininterrotto e complesso dialogo con SIAE hanno dato vita ad un servizio che – per dirla con le loro parole – “rende tecnicamente possibile la filodiffusione di musica senza il pagamento dell’abbonamento SIAE per la musica d’ambiente (che, in certi casi, arriva a superare il costo di 400 euro annui: un business che frutta a SIAE molti milioni di euro ogni anno, ma che appare sempre di più come un ingiusto balzello)”.
Si chiama FiloZero , la filodiffusione a costo zero , un progetto che – spiegano i promotori – “cerca anche di aprire nuove importanti prospettive per la promozione della musica autoprodotta facendo incontrare l’offerta della musica libera e la domanda dei pubblici esercenti interessati ad un considerevole sgravio fiscale: adesso conviene trasmettere gli sconosciuti, non i figli adottivi delle multinazionali”.
Da una parte, dunque, ci si appella alla musica non brandizzata che, grazie alla rete, circola sempre più massicciamente al di fuori dei tracciati della discografia internazionale, dall’altra si scommette sulla dichiarazione SIAE secondo cui la diffusione di musica di autori non iscritti alla SIAE non contempla pagamenti alla stessa SIAE . Per dirla più chiaramente, attingendo al sito di Filozero, “se la musica filodiffusa (non attraverso Radio/TV ma attraverso lettori CD/Mp3/Ogg o strumenti analoghi), non è stata né creata né eseguita né prodotta da soggetti iscritti a SIAE o ad altri organismi di intermediazione, non è necessario corrispondere il canone di abbonamento SIAE per la musica d’ambiente in pubblici esercizi”.
“Cosa accadrà? – chiedono gli autori del progetto – Nei prossimi giorni le Associazioni di categoria (Confcommercio, Conferercenti in primis, ma anche le corporazioni dei liberi professionisti ecc.), che fino ad oggi si sono accontentate di garantire ai propri associati piccoli sconti (10-15%) tramite convenzioni con SIAE, verranno informate del fatto che il risparmio può essere del 100% e ogni diatriba con SIAE, IMAIE e sorelle può essere azzerata se utilizzeranno musica di non iscritti a queste società. Non potranno ignorarlo”.
Ed è questo il punto: la quantità di musica auto-produtta, diffusa in rete in modo del tutto libero e senza alcuna restrizione o con l’utilizzo di licenze copyleft , non fa che aumentare. Progetti come FiloZero, dunque, non solo contribuiscono alla ulteriore distribuzione di questo genere di musica, ma potrebbero impattare fortemente sui budget di spesa di una quantità di esercizi pubblici, negozi ed altri ambienti che oggi, come noto, si trovano a pagare per ogni nota trasmessa. È un’operazione win-win : pubblicità per gli artisti, risparmi per i gestori.
Per capire come funziona FiloZero e in quale modo gli autori possano interfacciarsi con questo nuovo servizio, un buon punto di partenza sono le FAQ del progetto in cui si spiega come al centro vi sia la cosiddetta promessa al pubblico da parte degli autori. Citando le FAQ:
” Con la promessa al pubblico perdo dei diritti sulle mie opere?
– Non perdi alcun diritto. Semplicemente consenti ai pubblici esercenti di riprodurre all’interno dei propri locali, gratuitamente, i file audio che hai messo a disposizione. Oltre alla filodiffusione, i pubblici esercenti non possono esercitare altre attività: non possono vendere la tua musica, non possono riprodurla fuori dal proprio esercizio, non possono esercitare altri diritti.”
Gli esercenti che aderiscono? Non devono far altro che scaricare musica da FiloZero e ritrasmetterla nei propri locali .