Lavoratori IT? Seduttori e dormiglioni

Lavoratori IT? Seduttori e dormiglioni

Ci sono informatici che dormono al computer, altri che bevono alcolici in ufficio e qualcuno si dà anche a relazioni romantiche con i colleghi. Ne parla una rilevazione a stelle e strisce
Ci sono informatici che dormono al computer, altri che bevono alcolici in ufficio e qualcuno si dà anche a relazioni romantiche con i colleghi. Ne parla una rilevazione a stelle e strisce

Sono sprezzanti delle regole che vigono sul posto di lavoro, i dipendenti IT americani. Lo mette in luce un sondaggio elaborato da Harris Interactive , commissionato da CareerBuilder.com , punto di riferimento online per gli aspiranti lavoratori.

Un impiegato colto sul fatto L’indagine, ” Work Taboo “, ha coinvolto oltre 5700 lavoratori dipendenti, di cui 163 tecnici IT che, quanto a vizi, sfizi e cattive abitudini sul posto di lavoro, hanno mostrato di discostarsi dalla media dei lavoratori impiegati in altri settori, per alcuni dei parametri osservati. Le principali caratteristiche dei lavoratori IT? Seduttori, festaioli e dormiglioni, riporta Information Week .

Primo tabù infranto dai dipendenti IT sono i i flirt sul posto di lavoro , situazione che ha affrontato il 39 per cento dell’intero campione degli intervistati. Solo gli impiegati nell’ambito della ristorazione e del turismo battono gli informatici nella percentuale di coloro che intrattengono relazioni pericolose con i colleghi.

Il 47 per cento del personale maschile IT intervistato, dunque, dimostra di essersi scrollato di dosso lo stereotipo del nerd impacciato e rivela di aver avuto il piacere di baciare una collega. Colleghe che, peraltro, sembrano più restie nell’ammettere il loro coinvolgimento: solo il 34 per cento di loro confessa di aver ceduto al fascino indiscreto dell’informatico. Forse ci sono delle impiegate recidive, ripetutamente avvinte dalla malìa seduttiva dei colleghi, forse i colleghi uomini, nelle loro dichiarazioni, hanno calcato goliardicamente la mano.

Il posto di lavoro, oltre che terreno di caccia per i rubacuori dell’IT, può rivelarsi un piacevole ambiente di sollazzo: in media con i dipendenti impiegati in altri settori, un quarto dei professionisti IT dichiara di aver consumato bevande alcoliche mentre era in servizio . Tutta colpa dell’ informalità di facciata che sempre più spesso si respira nell’ambiente di lavoro, spiega Rosemary Haefner, di Careerbuilder.com : i datori di lavoro dovrebbero vigilare e scoraggiare la sovrapposizione di vita privata e di vita lavorativa che induce i dipendenti ad abbandonarsi ad abitudini poco produttive.

I lavoratori IT si fanno però interpreti di altre tendenze, meno riconducibili all’informalità dell’ambiente. Sono il 3 per cento coloro che, alla ricerca di un impiego, si azzardano a mentire riguardo al proprio curriculum: i datori di lavoro hanno imparato a scavare in Rete, per rintracciare il cosiddetto digital dirt e smascherare le mendaci dichiarazioni dei candidati.

Il 23 per cento dei dipendenti IT, in linea con la media degli altri settori, dichiara di aver sottratto materiale dall’ufficio: un grande classico dei tabù da ufficio violati. Un lavoratore su cinque ha invece ammesso di essersi trattenuto in ufficio fuori orario per sbirciare sui computer dei colleghi, il principale veicolo del gustoso passaparola aziendale. Uno spettegolare a cui il 12 per cento degli impiegati in ambito IT ammette di partecipare.

Sono giornate sfiancanti quelle dei dipendenti IT americani, fra corteggiamenti intessuti di fronte ad un surrogato del caffè e bagordi da scrivania. Sfiancanti al punto che il 51 per cento degli uomini ha confessato di essersi abbandonato al sonno alla propria postazione. È questa una tendenza che sembra coinvolgere gli uomini in maniera decisamente più massiccia rispetto alle donne, fra le quali solo il 35 per cento ha ammesso di praticare la siesta sulla scrivania.

Non mancano nemmeno gli episodi di lavoratori che russano in trasferta: è rimbalzato su YouTube il pisolino del tecnico Comcast, addormentato sul divano di un utente in attesa di un operatore all’altro capo del filo, probabilmente impegnato in una delle estenuanti attività di cui sopra.

Gaia Bottà

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Pubblicato il 1 ott 2007
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