La commercializzazione europea di iPhone ci pone di fronte a considerazioni relative alle politiche di vendita e alle specifiche tecniche, anche in relazione alla presentazione di iPod Touch, che con iPhone condivide molte caratteristiche.
Cominciamo con l’osservare che l’iPhone europeo ha le stesse caratteristiche di quello venduto in USA. Questo significa niente UMTS (per tutti quelli che ci avevano sperato) e soprattutto un contratto di abbonamento con un operatore, con modalità leggermente differenti nei paesi dov’è stato presentato finora (Inghilterra e Germania). In Francia per ora è stato solo confermato l’operatore, ma non c’è stata una presentazione ufficiale, nonostante l’Apple Expo di Parigi (manifestazione sempre più sottotono che non viene mai utilizzata per presentazioni importanti).
La mancanza dell’UMTS è vista dalla maggior parte dei potenziali clienti europei come una grossa pecca, e anche gli attuali utenti americani si lamentano della bassa velocità della rete EDGE. Apple, dal canto suo, ribatte che implementare una connessione ad alta velocità significherebbe ridurre drasticamente la durata della batteria (problema col quale pare si stia scontrando anche Google nella progettazione del suo fantomatico gPhone ), soprattutto pensando a come l’iPhone utilizza la rete, ovvero come un grande contenitore col quale scambiare di continuo dei dati (basti pensare alle mappe di Google, a YouTube o al supporto per le applicazioni Web 2.0).
Questa limitazione non dovrebbe pesare più di tanto a chi utilizza iPhone per quello che è, ovvero un iPod con funzioni di telefonia: in realtà, proprio alla luce delle potenzialità che assume l’iPhone quando è collegato alla rete, sarebbe auspicabile che venga raggiunto al più presto il migliore compromesso tra velocità e autonomia, così da soddisfare anche quella parte di clientela che chiede ad alta voce una maggiore velocità di comunicazione. Proprio per rispondere a questa esigenza, pare che AT&T abbia programmato per l’immediato futuro un incremento di velocità per la propria rete EDGE, che dovrebbe passare dai 120 Kbps attuali a 500-800 Kbps (dando di fatto ragione alla scelta di Apple).
Se finora abbiamo parlato di limiti hardware, vale sicuramente la pena notare alcune carenze dovute al software: iPhone non può essere usato come modem, non può inviare MMS, e non permette di impostare come suoneria una delle canzoni archiviate nei suoi 8 GB di memoria. L’impossibilità di utilizzarlo come modem è per certi versi inspiegabile, a meno di pensare a strategie squisitamente commerciali volute dagli operatori telefonici: un iPhone ad alta velocità (che prima o poi sicuramente arriverà) associato ad una tariffa flat, farebbe diretta concorrenza alle varie ADSL.
L’impossibilità di inviare MMS personalmente non lo trovo un grosso limite: in tutta la mia vita non ho mandato un solo MMS e ne avrò ricevuti al massimo 3 o 4. Probabilmente molte persone avranno un’esperienza diversa, ma pensando alla possibilità di mandare e ricevere mail (possibilità che è sempre più presente su ogni telefono), non riesco a trovare una vera utilità nell’MMS (è probabile che i teenager non siano dello stesso avviso… NdR).
L’ultima questione, anche se più frivola, per molti aspetti è la più fastidiosa: nonostante si tratti di una pratica diffusa anche su altri telefoni brandizzati, è inconcepibile che non si possa impostare un qualunque file musicale come suoneria. Ammettiamo che le varie clausole dei brani comprati sull’iTunes Store non consentano questo utilizzo, e ammettiamo anche che comprando un CD l’acquirente non abbia i diritti per usare la musica come suoneria. Anche supponendo valide queste limitazioni imposte dal diritto d’autore, in linea di principio io potrei comporre personalmente una musica o registrare un qualsiasi suono di mio gradimento per usarla come suoneria, ma questo non è permesso da iPhone. Il motivo è facilmente spiegato, anche se è diventato evidente solo qualche settimana fa: Apple ha aggiunto sul proprio negozio virtuale una sezione per la vendita di suonerie. Ma c’era proprio bisogno di una simile operazione commerciale? Pensiamo a chi vende le suonerie qui in Italia e ci tartassa ogni giorno con pubblicità televisive al limite del ridicolo: dobbiamo considerare Apple un’azienda di quel livello? Non avrebbe fatto migliore figura concedendo quantomeno la possibilità di utilizzare come suoneria un qualsiasi brano già acquistato sull’iTunes Store? Oppure si tratta una limitazione imposta dalle major?
Se può essere consolante, finché parliamo di limiti software possiamo sempre sperare che in futuro possano essere rimossi o modificati. Sebbene Apple non supporti ufficialmente l’installazione di software di terze parti, probabilmente prima o poi Apple sarà costretta a cedere su questo punto, perché iPhone (così come iPod Touch) ha enormi potenzialità che sarebbe inutile bloccare, anche a costo di vedere il proprio prodotto utilizzato per scopi diversi da quelli per i quali è stato pensato e progettato. L’unico motivo che giustificherebbe un comportamento simile, è che Apple stessa stia progettando il lancio di un altro dispositivo destinato all’utilizzo come palmare, scelta quantomeno discutibile visto che ha già tra le mani due oggetti che potrebbero svolgere tranquillamente qualsiasi funzione.
Ma se il comportamento verso chi installa utility di terze parti è stato per certi versi tollerato (ancora da verificare in relazione all’ultimo aggiornamento di firmware) completamente diversa è stata la reazione verso chi ha tentato di sbloccare iPhone per svincolarsi dai contratti imposti da Apple e dai gestori telefonici. Il recente update del firmware ha nuovamente bloccato tutti gli iPhone, e anche volendo evitare l’aggiornamento è facile pensare che Apple renderà difficile l’utilizzo a chi mantiene il telefono sbloccato utilizzando il vecchio firmware (per esempio potrebbe accadere che il prossimo aggiornamento di iTunes rifiuterà di sincronizzarsi con questi telefoni). Di fatto è iniziata la solita rincorsa già vista infinite volte in diverse occasioni, una lotta a distanza fatta a colpi di nuovi firmware e nuovi hack per aggirarli, il tutto senza portare alcun vantaggio reale all’utente, che magari sarebbe anche disposto a pagare una penale per svincolarsi dal contratto mantenendo attivo il telefono.
Negli USA la questione dello sblocco è un problema di vincoli contrattuali associati all’acquisto stesso del telefono; in Europa (e ancor più in Italia, dopo il decreto Bersani) la situazione è più articolata. Ci sono state diverse cause in passato, vinte da entrambe le parti, e uno dei punti chiave della questione è quello relativo alla proprietà del telefono. Molte delle offerte proposte dagli operatori prevedono che il cellulare venga concesso in comodato d’uso all’utente, che ne acquista la proprietà solo al termine della scadenza dell’abbonamento, con tanto di clausole che prevedono il pagamento completo del telefono in caso di termine anticipato del contratto, ma consentendo in questo modo di recedere legalmente dal vincolo contrattuale: come si comporterà Apple in questa situazione?
Difficile dire oggi come verrà commercializzato iPhone in Italia, anche se alcune voci lo danno in distribuzione entro la fine dell’anno. Il gestore è una scelta quasi obbligata visto che è richiesta la copertura con rete EDGE, mentre non è ancora da escludere la possibilità (finora inedita) di utilizzo con carte prepagate. Quest’ultima circostanza renderebbe accessibile iPhone ad una clientela molto più vasta, soprattutto nel mercato italiano. Un contratto del genere però implicherebbe un utilizzo limitato del telefono: senza una tariffa flat per i dati, i costi per la connessione alla rete diventerebbero proibitivi per farne un utilizzo continuativo, e iPhone verrebbe utilizzato principalmente come un iPod che telefona. Si tratterebbe di una possibilità comunque gradita se fosse possibile scegliere tra tariffe con abbonamento flat e tariffe ricaricabili: sicuramente si accontenterebbe un maggior numero di clienti (cosa che al momento attuale non avviene né in USA né nei paesi europei dove iPhone è stato finora presentato).
Ma se fin qui abbiamo parlato dei limiti di iPhone e delle perplessità sulle metodologie di commercializzazione, non dobbiamo dimenticare che il nuovo gadget di Apple ha anche molti pregi, soprattutto sotto il profilo tecnologico e del design: iPhone vanta una vera e propria versione ridotta di Mac OS X, una connessione WiFi che permette di accedere ad Internet tramite Safari (ovvero un browser che supporta il Web 2.0), 8 GB di memoria per musica, foto e filmati, e un display da 3,5 pollici ad alta densità (480 x 320 pixel) con interfaccia multitouch. Il bello è che tutte queste caratteristiche sono disponibili anche sul nuovo iPod Touch , prevedibile evoluzione dell’iPod realizzata con due scopi ben precisi: fornire all’utente un dispositivo dove visualizzare foto e video su un display di dimensioni adeguate (anche per rispondere alla concorrenza), e far sì che tutto il lavoro realizzato per l’iPhone possa essere sfruttato anche per altri prodotti.
Sul mercato sembra per altro esserci spazio per entrambi i prodotti: chi apprezza le innovazioni introdotte in iPhone, ma non vuole legarsi con un contratto da 50 euro al mese con un operatore telefonico, è un potenziale cliente di iPod Touch. Viceversa c’è anche chi si chiede perché comprare un “semplice” iPod quando allo stesso prezzo si può avere un oggetto che fa le stesse cose e in più telefona (oltre a tanti altri dettagli). Tra i vantaggi di iPod Touch possiamo annoverare la disponibilità di una versione da 16 GB, capacità più adatta a chi vuole sfruttare tanto le potenzialità audio, quanto quelle video dell’oggetto in questione (l’iPod Classic è disponibile addirittura in tagli da 80 GB e 160 GB). In ogni caso, non possiamo dimenticare che iPhone ha venduto più di un milione di unità in due mesi, nonostante fosse commercializzato solamente negli USA e nonostante il prezzo di lancio fosse di 200 dollari superiore all’attuale. È facile aspettarsi che il lancio europeo, l’abbassamento di prezzo, e l’innalzamento di velocità della rete EDGE daranno un ulteriore spinta alle vendite del cellulare Apple.
Come ultima cosa resta da chiedersi quali sviluppi avranno questi prodotti: per iPhone potrebbe arrivare un modello UMTS verso la fine del 2008 (sicuramente non prima) e magari un modello con capacità maggiore. iPod Touch resterà sempre e solo un iPod? Cosa gli impedisce di essere un vero e proprio PDA? Fin dove si spingeranno le applicazioni installate pur senza il supporto ufficiale di Apple? Ed infine, quali altri utilizzi possiamo aspettarci dalla tecnologia multitouch? È già stato detto che un iMac con schermo multitouch avrebbe poco senso, ma è di qualche giorno fa l’indiscrezione che prevede una revisione in tal senso del MacBook. Il nuovo modello avrebbe la scocca in alluminio (con una finitura simile ai nuovi iPod Classic) e un touchpad con nuove funzionalità, forse legate proprio al multitouch: che l’ingresso di questa tecnologia nel mondo dei personal computer mainstream sia davvero così vicina?
Domenico Galimberti
(Per contattare l’autore scrivere alla redazione )