L'insondabile, improcessabile portale italiano

L'insondabile, improcessabile portale italiano

Pubblicato in rete un approfondimento sul portalone Italia.it, sui suoi rapporti con la Legge Stanca e sulla decisione del Governo di non diffondere in rete certi documenti
Pubblicato in rete un approfondimento sul portalone Italia.it, sui suoi rapporti con la Legge Stanca e sulla decisione del Governo di non diffondere in rete certi documenti

“La storia non è prodotta / da chi la pensa e neppure / da chi l’ignora”, ammoniva Eugenio Montale. Ma il senso delle sue parole deve evidentemente essere del tutto oscuro, prima che sconosciuto, ai membri della Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che il 17 settembre hanno definitivamente respinto il ricorso di Scandaloitaliano perché fossero resi pubblici i documenti di gara del progetto Scegli Italia ed in particolare del portale www.italia.it.

I documenti sono sì pubblici, dice la Commissione, ma non possono essere rilasciati a Scandaloitaliano perché, nonostante le oltre 1.500 firme raccolte online, questi non è titolare di un interesse “diretto, concreto e attuale” ad ottenerli. In realtà la Commissione sa cosa voleva Scandaloitaliano e si premura di farlo sapere: il richiamo ad “un interesse collettivo alla massima trasparenza” contenuto nell’istanza nasconderebbe, infatti, l’intenzione di operare “un vero e proprio controllo sull’operato e sull’agire della pubblica amministrazione”.

Il bello è che le cose stanno proprio cosi: Scandaloitaliano ha chiesto i documenti anche per verificare se la legge sia stata rispettata. E, in particolare, se sia stato rispettato l’articolo 4 della legge 4 gennaio 2004, n. 4 (legge Stanca) che sanziona con la nullità i contratti per la realizzazione di siti che non prevedano il rispetto dei ventidue requisiti tecnici in materia di accessibilità informatica.

Se questo non è possibile, se cioè 1.500 persone non possono chiedere che siano resi pubblici gli atti di un sito inaccessibile realizzato con un budget di dieci (10) milioni di euro, la motivazione della Commissione pone una seria ipoteca sulla possibilità di un’analisi obiettiva del livello di attuazione della legge sulla accessibilità informatica, nella misura in cui impedisce verificare il rispetto dell’articolo in questione sottraendo, nei fatti, le amministrazioni dello Stato a qualsiasi verifica in ordine al rispetto della legge.

A prescindere dalla correttezza formale della decisione, non è possibile non leggere nell’atteggiamento della Commissione una sconfitta delle istituzioni, più che della legge. È in questo solco l’approfondimento della vicenda, pubblicato oggi sui siti di webimpossibile.net , Scandaloitaliano e The Million Portal bay .

Lorenzo Spallino
webimpossibile.net

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Pubblicato il
16 ott 2007
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