Ad agosto aveva craccato i pornofiltri del governo australiano. Adesso è diventato consulente dell’opposizione. È sempre lui, Tom Wood, il 16enne di Melbourne esperto di rete e sicurezza che è riuscito a farsi ascoltare dal ministro ombra delle comunicazioni e attirare le invettive del titolare in carica del dicastero.
Da quando alla fine dell’estate Tom aveva dimostrato l’inefficienza di Safe Eyes e del programma multimilionario del governo, il giovane non si è fermato un attimo: ha continuato, destreggiandosi tra gli impegni scolastici, a predicare l’inefficacia delle iniziative dei politici di ogni schieramento in materia di filtering.
Tom non ha risparmiato critiche a nessuno. Il suo giudizio sulle proposte di governo e opposizione è lo stesso: “Tutto troppo vago, confuso, troppo complicato e non affronta le questioni fondamentali”, spiega. I problemi sono i soliti: “Educazione scolastica e insegnanti non sono al passo coi tempi”, e dunque non sono in grado di spiegare ai giovani come comportarsi sul web.
Un atteggiamento che tuttavia ha irritato la senatrice Helen Coonan , titolare del ministero delle telecomunicazioni e promotrice del programma NetAlert : “Continua a cercare notorietà con ogni mezzo possibile” ha detto Coonan ai giornali, riferendosi all’instancabile tour dell’ascoltatissimo Tom, di conferenza in conferenza per criticare l’azione del governo.
Un nervosismo, quello della senatrice, non condiviso dal suo alter ego laburista. Il senatore Stephen Conroy ha giudicato eccessivi gli attacchi ad un ragazzino sedicenne “il cui unico scopo è rendere internet più sicura”: anzi, dopo una iniziale diffidenza ha invitato il ragazzo ad un incontro per discutere le sue idee.
Il risultato è stato più che positivo per Tom: “Obiettivo centrato” scriveva lunedì scorso sul suo blog. Il senatore Conroy non solo ha accettato di ascoltare le proposte del ragazzo, ma le ha trasformate nella posizione ufficiale della sua compagine politica presentandole alla stampa. Tom era lì con lui, per sostenere le sue idee, forse inconsapevole del proprio ruolo di giovanissimo testimonial nel bel mezzo della campagna elettorale per le politiche australiane.
“I miei genitori sono stati molto orgogliosi e mi hanno sostenuto – racconta – ma ormai passo l’intera ora di informatica a scuola a cercare il mio nome su Google e i miei vogliono essere certi che tutto questo non interferisca con i miei studi: mi tengono coi piedi per terra”. Tom, comunque, non ha voluto speculare sulla sua improvvisa notorietà: l’unico ricavo ottenuto è stato un buono sconto per un negozio di musica online , regalato da una scuola elementare per ringraziarlo di aver trovato il tempo di partecipare ad una conferenza.
Luca Annunziata