Siti erotici? .Adult

Siti erotici? .Adult

Si potrebbe varare un nuovo suffisso di dominio per i siti ad alto contenuto erotico e per quelli pornografici. Lo propongono alcuni parlamentari americani
Si potrebbe varare un nuovo suffisso di dominio per i siti ad alto contenuto erotico e per quelli pornografici. Lo propongono alcuni parlamentari americani


Washington (USA) – Nell’infinita battaglia combattuta sul fronte che delimita il territorio della censura e quello della libertà di espressione, arriva una proposta che potrebbe ben presto rivoluzionare l’accesso online a siti erotici e pornografici. La proposta sta tutta nella creazione di un suffisso ad hoc per i siti di questo genere, .adult.

Sebbene l’idea arrivi in un momento nel quale sui domini e sulle regole regna una certa confusione, l’appoggio che viene dato alla proposta da parte di parlamentari americani e repubblicani può indurre a ritenere che .adult sarà presto realtà.

Da un lato i proponenti sostengono che debba essere facoltativo per i siti a contenuto “adulto” aderire a questo sistema ma dall’altro sottolineano che coloro che porteranno la propria attività su domini di questo genere non correranno più i rischi giudiziari legati alla “corruzione di minore” e ad altre tipiche imputazioni rivolte contro i siti del porno.

L’idea, infatti, si basa sul fatto che gli spazi in .adult saranno facilmente riconoscibili e che quindi gli utenti saranno “i soli responsabili” dei contenuti in cui si imbattono navigando, “al contrario di adesso”?


Intanto un parlamentare repubblicano, Mike Fair, ha presentato una proposta che renderebbe le biblioteche pubbliche perseguibili penalmente nel caso in cui non impedissero ai minori che fanno uso delle proprie postazioni internet di accedere a siti pornografici.

Secondo Fair occorre rimuovere “una certa cultura” e rendere efficace una legge che consentirebbe ai genitori di denunciare una biblioteca con i computer della quale il proprio figlio fosse entrato in contatto con materiale “adulto”: “dal momento che molte biblioteche non hanno risposto alle domande che si pone la comunità che a loro fa riferimento, queste biblioteche non dovrebbero godere di protezioni speciali di legge”.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
31 gen 2000
Link copiato negli appunti