Niente più caricabatterie, niente più cavi annodati. Questa volta l’ arrivo sul mercato di sistemi di ricarica wireless potrebbe essere davvero vicino: i ricercatori dell’ Università della Florida sostengono di aver realizzato uno schema molto efficiente, capace di trasferire fino al 70 per cento dell’energia assorbita dalla rete ai dispositivi posti sulla superficie attiva.
Il meccanismo di base è quello che già si era visto in passato : una piastra quadrata o rettangolare, sopra cui appoggiare cellulari, lettori MP3 e qualsiasi altro gadget elettronico ci sia in giro per casa. La novità del sistema studiato dai ricercatori Ryan Tseng e Zhen Ning Low, guidati dal professor Jenshan Lin , sono le ridotte dimensioni e peso, grazie all’assenza di un elemento ferromagnetico tipico del design dei caricabatterie ad induzione.
Il risultato è un oggetto più piccolo e leggero, facile da trasportare e dunque anche da vendere. Purtroppo i problemi da superare non sono terminati . La base funziona, ma il difficile viene adesso: sviluppare un’elettronica capace di gestire tutte le possibili (quasi infinite) combinazioni della vita reale. Un cellulare che ha bisogno di 5 volt, un altro che invece si ricarica con non meno di 7, senza contare la macchina fotografica che non si accontenta di nient’altro che di 12 volt pieni.
Combinazioni che i ricercatori devono imparare a gestire, e che rendono la fase finale della progettazione della base quella più complessa. Una volta completata, toccherà ai ricevitori , sorta di micro-antenne, da integrare nei dispositivi: dovranno essere abbastanza piccoli da poter essere inseriti agevolmente nel layout attuale degli apparecchi, ma altrettanto efficienti per svolgere il loro compito.
Restando sui ricevitori, c’è un altro piccolo problema: il calore. A causa delle ridotte dimensioni, alcuni componenti che permetterebbero di frenare l’aumento di temperatura nella batteria in carica non possono essere utilizzati. Ne conseguono diversi problemi operativi, anche questi da risolvere prima dell’arrivo sul mercato: pena l’esplosione di qualche cellulare .
La corsa ai caricabatterie senza fili non si ferma e il professor Lin resta ottimista. Nel futuro vede scrivanie con il suo dispositivo integrato, capaci di tenere in carica laptop e cellulari durante la giornata senza le complicazioni dei cavi: “Creeremo qualcosa di molto simile al WiFi – spiega – tranne per il fatto che trasmetterà energia e non informazioni”.
Luca Annunziata