Le comunicazioni rivelano dov'è l'ombelico del mondo

Le comunicazioni rivelano dov'è l'ombelico del mondo

No, non è Cuba. Il progetto del MIT ha svelato i reali confini della città-ombelico, un luogo che genera e attira flussi comunicativi capaci di avvolgere tutto il mondo
No, non è Cuba. Il progetto del MIT ha svelato i reali confini della città-ombelico, un luogo che genera e attira flussi comunicativi capaci di avvolgere tutto il mondo

Verrà un giorno in cui i confini di un paese saranno delineati dalle relazioni dei suoi cittadini. Questo concetto si concretizza almeno in parte se si considerano i risultati del progetto NYTE (New York talk exchange) del Massachusetts Institute of Technology. Un gruppo di ricercatori, infatti, ha realizzato una serie di mappe che mostrano come i residenti di New York siano connessi al resto del mondo – e viceversa. Un lavoro che secondo il direttore del progetto Carlo Ratti ha permesso “di rivelare alcune strutture nascoste della città che non era possibile vedere prima”.

Il risultato finale è un concentrato di flussi comunicativi che avvolgono il globo come se fossero delle correnti marine. E così si scopre che il traffico IP si concentra soprattutto verso l’Europa e il Centro America, ma anche in alcune aree dell’Africa e del Sud America. Le telefonate, invece, viaggiano sulle direttrici dell’economia mondiale e dell’emigrazione. Se a Manhattan la linea rossa scorre verso Francoforte, Tokyo e Londra, nel popolare Queens la chiacchiera è mediamente indirizzata verso la Repubblica Dominicana.

“Questo progetto dimostra che la comunicazione globale è polarizzata nelle fasce sociali più alte e in quelle più basse. Gli strati medi sono meno globali, comunicano soprattutto a livello nazionale e locale”, ha commentato Saskia Sassen, docente della Columbia University e autore del saggio “Global Cities”.

CNet ha spiegato che Senseable City Laboratory – il progetto MIT che si occupa di mappare gli effetti della tecnologia sulle città – si basa completamente sull’elaborazione dei dati forniti dal provider AT&T. Traffico vero, insomma, che comunque riflette solo i flussi e non i “contenuti” delle chiamate e della navigazione online.

le comunicazioni

Ratti ha ammesso che il progetto ha richiesto 18 mesi di lavoro e confermato che New York è il reale hub globale della comunicazione. Più grande di Londra e certamente in maggiore contatto con realtà come Pechino, Bogotá e Riyad. “I dati comparativi tra AT&T e British Telecom mostrano un interessante parallelo: nell’era della globalizzazione forse il rapporto che sussiste fra Londra e l’Europa è analogo a quello che convenzionalmente si pensa di New York rispetto al resto degli Stati Uniti”, ha affermato Ratti. “Le nostre mappe comprovano che nell’Era dell’Informazione, la vita metropolitana è globale quanto locale”.

Il progetto NYTE sarà esposto pubblicamente nella mostra “Design and the Elastic Mind”, dal 24 febbraio al 12 maggio, presso il Museum of Modern Art (MoMA) della Grande Mela.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
21 feb 2008
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