La tassa sul possesso di apparecchi “atti o adattabili” alla ricezione del segnale televisivo va abolita. La richiesta di porre fine al Canone RAI, che Punto Informatico ha ribattezzato RAI TAX, è giunta nelle scorse ore anche dal Partito Socialista. La tassa sta lentamente mettendosi in evidenza tra i temi della campagna elettorale in corso.
Gianfranco Schietroma, parlamentare di quel movimento, si è detto sconcertato dal fatto che vengano spedite lettere minacciose dal SAT, il Servizio Abbonamenti Televisivi di Torino, anche agli utenti che non posseggono un televisore. Arrivano – spiega – “anche a chi, pur non possedendo la televisione, è in possesso di personal computer, decoder digitali ed altri apparati multimediali”.
“Il fatto – ha dichiarato Schietroma – ripropone all’attualità la giusta esigenza di abolire il Canone RAI, che appare sempre più un balzello ormai anacronistico, dal momento che la RAI è diventata una televisione commerciale, stracolma di spazi pubblicitari, con una gestione del servizio pubblico inconsistente rispetto alla richiesta di un canone”.
Schietroma ricorda anche che i socialisti avevano chiesto l’abolizione del Canone RAI “sin dal febbraio dello scorso anno, con una proposta di legge di cui sono primo firmatario”. Una rivendicazione del tutto simile a quella di alcuni deputati di Alleanza Nazionale, riportata ieri da Punto Informatico .
A voler sottolineare l’importanza che i partiti si assumano delle responsabilità proprio in vista delle elezioni politiche è in queste ore l’associazione Altroconsumo , che chiede a tutte le forze in campo un impegno per l’abolizione. In realtà Altroconsumo ritiene che il servizio pubblico vada mantenuto ma vada finanziato in altro modo, ossia “destinando, a copertura del servizio, parte o tutta l’IVA versata sull’acquisto degli apparecchi atti a ricevere il segnale televisivo. In questo modo si finanzierebbe il servizio senza coinvolgere chi non ne usufruisce”. L’Associazione sottolinea che anche la distribuzione online di tutto l’archivio RAI deve divenire un punto focale per le forze politiche.
La proposta di Altroconsumo si discosta dunque decisamente da quella che avanzò Claudio Petruccioli, presidente RAI, lo scorso ottobre , ossia di inserire il pagamento della TAX all’interno delle bollette ENEL . Una proposta che rimane sul tappeto ma che non discriminerebbe in alcun modo tra cittadini che fruiscono del servizio pubblico e quelli che non ne hanno alcuna intenzione di farlo.
ADUC, l’Associazione dei consumatori che più da vicino ha seguito in questi anni le intricatissime trame attorno alle quali si svolge il drammone nazionale della RAI TAX, ricorda in queste ore il proprio lavoro di documentazione e denuncia , a cui è collegata peraltro una petizione per l’abolizione del Canone RAI già firmata da centinaia di migliaia di utenti italiani.
“È esplosa la questione del canone/tassa sulla Rai – scrive ADUC – Tutti lo sapevano e tutti erano più o meno rassegnati. Tranne i politici che con il loro comportamento omissivo (quattro interrogazioni parlamentari dell’on Donatella Poretti e altri sono rimaste senza risposta) hanno consentito il perpetuarsi di questa strage di illogicità e anacronismo. Strage talmente radicata nel meccanismo clientelare che porta con sé il carrozzone della RAI, che anche Corte Costituzionale e Autorità garante preposte hanno avvallato uno status quo che ci vuol far credere che una tassa possa chiamarsi abbonamento o canone (ve l’immaginate se l’Ici fosse chiamata un abbonamento ai servizi comunali?)”.
“Ora che la questione appare più chiara a molti – conclude ADUC – crediamo sia il caso di foraggiare il più possibile la petizione che abbiamo sul nostro sito, in cui chiediamo l’abolizione del canone, sì che il prossimo Parlamento ne tenga conto. Aspettiamo anche gli impegni elettorali”.