Ci aveva già pensato la Francia ad aprire gli archivi sui fenomeni aerei non identificati . Ora anche il Regno Unito opta per la libera diffusione dei casi di avvistamenti, racconti e confessioni bizzarre o semplicemente inspiegabili: a partire da lunedì, il Ministero della Difesa inglese ha dato il via a un piano quadriennale che prevede la pubblicazione integrale dei 160 archivi di proprietà del governo, informazioni che coprono un arco temporale che va dal 1950 al 2007.
I documenti verranno rilasciati attraverso il National Archive , in un formato adatto alla consultazione da parte di tutti. Attualmente, sul sito sono già disponibili plichi contenenti oltre 1.000 pagine di segnalazioni rimaste fino a ora a prendere polvere nei sistemi informatici e negli scantinati statali, tornate a vedere la luce dell’attenzione generale in seguito a svariate richieste di Freedom of Information tese a conoscere la verità sugli avvistamenti di UFO.
Le mille pagine pubblicate – concernenti fatti capitati negli ultimi anni ’70 e nei primi ’80 – hanno già portato alla luce casi interessanti, come quello dell’ avvistamento nei pressi di un aeroporto sulla costa est dell’Inghilterra risalente al 19 aprile del 1984. I controllori del traffico aereo, personale esperto e con oltre 10 anni di esperienza sulle spalle, descrivono un velivolo non identificato che atterra lentamente sulla pista, per poi ripartire con una traiettoria praticamente verticale con una velocità “terrificante”.
“Era un oggetto luminoso e circolare – ha dichiarato David Clarke, che ha lavorato con gli archivi nazionali per la pubblicazione dei documenti – risplendente di diversi colori. Dopo aver toccato terra è scomparso ad una velocità irreale. Il rapporto viene da persone molto qualificate, ed è uno dei pochi a rimanere senza spiegazione”.
Nella maggioranza dei casi, infatti, è possibile trovare spiegazioni perfettamente logiche dell’accaduto. Luci di aerei, stelle e pianeti particolarmente luminosi, meteoriti, sono alcuni tra i protagonisti della lunga lista di “avvistamenti” scambiati nel corso del tempo per UFO, sostiene l’esperto. Lo stesso interesse della Difesa inglese non è stato certo quello di scoprire E.T., continua Clarke, quanto quello di assicurare in periodo di Guerra Fredda che la sicurezza nazionale e lo spazio aereo del paese non venissero violati dall’allora nemico “rosso” dell’Unione Sovietica.
Non mancano poi rapporti davvero bizzarri , come quello dell’anziano che sostenne di aver personalmente subito un tentato rapimento e visitato una navicella aliena, abitata da omini in camice verde, per poi venire “scartato” dai presunti rapitori a causa della sua età avanzata.
Non ci credo ma ci spero è il motto seguito idealmente anche dal reverendo Jose Gabriel Funes, gesuita direttore dell’Osservatorio Vaticano che ha recentemente espresso la propria opinione sulla possibilità che esista vita alinea e le implicazioni sul credo cattolico basato sulla Bibbia e il Paradiso in Terra. “Come possiamo escludere che la vita possa essersi sviluppata anche altrove?” ha dichiarato il monaco al quotidiano L’Osservatore Romano .
Considerazioni che forse han poco di scientifico ma che certo danno il senso del revival che l’ufologia e la passione per lo spazio e i fenomeni inspiegabili stanno conoscendo. Un revival alimentato anche in rete, ad esempio attraverso i rumors sulla rete sociale che Steven “E.T.” Spielberg vuol sviluppare. A tema ufologico naturalmente.
Alfonso Maruccia